L’inventore dei sogni

Dice il retro di copertina che L’inventore dei sogni è il libro più letto e più amato di Ian McEwan: in effetti si tratta di un testo molto piacevole ed evocativo. In poco più di cento pagine, l’autore racconta le rocambolesche storie immaginarie di Peter Fortune:

La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. […] Gli piaceva stare da solo e pensare ai suoi pensieri.
Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice.

Sdraiato per terra, Peter fantastica di entrare nella pelle di un gatto, di trovare la pomata svanillina con cui far scomparire l’intera famiglia oppure di catturare un abilissimo ladro che sta svaligiando sistematicamente le case di tutta la via. Il racconto più bello è, a mio avviso, Il prepotente, la storia di come Peter neutralizza Barry Tamerlane, un dispotico bambino della sua scuola: tanto aggressivo tra i banchi, quanto tranquillo a casa. Con candore, Peter lo smaschera e fa emergere anche in pubblico il vero Barry, quello che aiuta la mamma a lavare i piatti e tiene un orsacchiotto di pezza nel letto.
Un libro che mette di buon umore: da leggere un po’ per volta prima di spegnere la luce.


Ian McEwan
L’inventore dei sogni
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3 Responses

  1. Da bambini troviamo sempre una soluzione più o meno atutto. E’ da grandi che perdiamo il gusto di guardarci dentro e riusciemo finanche ad autoingannarci per esorcizzare qualche inconveniente della vita.