Ho appena ascoltato la prima puntata di Viaggio nella rete, la rubrica che curo su Isoradio e che va in onda ogni giovedì alle ore 20:30. Fa uno strano effetto ascoltarsi: si pensa sempre di avere una voce più grave di quello che è in realtà . Inoltre ci si accorge di quanto possano essere marcate le inflessioni dialettali. Ad ogni modo, il tutto mi è sembrato accettabile.
L’argomento che ho scelto per la prima puntata riguarda le bufale on line. Ecco il testo che ho usato come guida per la registrazione:
Alzi la mano chi non ha un amico o un collega che spedisce regolarmente mantra della felicità , frasi portafortuna, catene di sant’Antonio, allarmi virus o appelli per bambini con malattie incurabili. Soprattutto, davanti agli appelli umanitari, viene spontaneo inoltrare il messaggio in gesto di solidarietà senza controllare se sia vero o meno.
Eppure controllare è semplicissimo. Ad esempio, ipotizziamo che riceviate una mail con l’appello per un bambino con una malattia rara che vi chiede di inoltrare la mail perché in questo modo un Internet provider negli Stati Uniti regala un centesimo alla sua famiglia. Per verificare se l’appello è vero o meno basta usare un qualsiasi motore di ricerca ed effettuare una richiesta usando come parole chiave il nome della famiglia, il nome del service provide e quello della rara malattia. Nella stragrande maggioranza dei casi, scoprirete che l’appello è falso. In pochissimi casi, invece, scoprirete che l’appello era vero ma che risale ad alcuni anni fa: la capacità di propagazione delle bufale è stupefacente. Essere in presenza di un appello vero è una situazione più unica che rara.
Se, come è probabile, vi hanno inviato la solita bufala, rispondente a chi vi ha mandato il messaggio inutile citando la fonte della vostra verifica: prima o poi la smetterà di prendere per vero qualsiasi appello umanitario o allarme virus.
Inoltrare catene di sant’Antonio, mail beneaugurati o appelli non conviene mai anche per il fatto che, normalmente, chi inoltra questi messaggi mette in copia un gran numero di destinatari (alcuni preparano delle vere e proprie liste di distribuzione) e gli indirizzi rimangono all’interno della mail. State pur certi che di inoltro in inoltro, il vostro indirizzo, quello dei vostri amici o dei vostri colleghi arriverà nella lista di uno spammer.
La policy di Isoradio non prevede che si possano citare marchi o nomi. Per questo motivo, uso il mio blog per integrare la puntata e ringraziare Paolo Attivissimo e il suo ottimo sito, punto di riferimento indiscusso in Italia in materia di bufale 🙂
Le prossime puntate alterneranno argomenti come quello delle bufale on line a considerazioni sulle tendenze emergenti della Rete e in particolare della blogosfera. Stay tuned!
4 Responses
Ahime me la sono persa 🙁 Non c’è modo di riascoltarla online?
Luca, grazie dell’attenzione. Purtroppo non c’è modo di riascoltarla on line: però il succo è quello del testo… Per il resto ti perdi solo il mio accento romano 😉
Ciao. Nicola
Il mio cellulare ha suonato ligio ligio venti minuti prima della messa in onda, tempo sufficiente per mollare spesa, cucina e telefonate e accendere la radio.
Bravo Nicola, otitmo lavoro di divulgazione sulla cultura della rete. E’ proprio un peccato che non si possa avere l’mp3 della puntata, lo userei come introduzione alle mie lezioni sullo stesso tema! 😉
Comunque confermo: la radio ti fa un po’ “vocina”… e conoscendoti ho sorrriso su “nabbufala” 😉