Sono stato all’Acropark di Centa San Nicolò mentre era in costruzione insieme con Alberto Pradella, proprietario di Parco Avventura, società che ha progettato e realizzato finora molti parchi di grande successo. Conosco Alberto da qualche anno e sono sempre incuriosito dalle sue attività legate all’intrattenimento all’aria aperta.
Durante la vacanze a Folgaria, che dista circa un’ora di macchina dal parco, ho deciso di sperimentare, insieme a un mio amico, l’esperienza di passare da un albero all’altro agganciato a dei cavi d’acciaio.
All’inizio di agosto, l’Acropark di Centa San Nicolò era completo solo per quanto riguarda i percorsi sospesi e un gabbiotto di legno con la reception, mentre il resto aveva ancora l’aspetto di un cantiere (situazione annunciata da un cartello). Arriviamo intorno alle 17 e, sulla spinta del mio amico che è esperto di ferrate e quindi si sente a suo agio tra moschettoni e carrucole, acquistiamo il pacchetto completo per gli adulti (percorso verde, percorso blu e teleferica) a 23 euro ciascuno.
L’esperienza inizia con il brief, in cui ci fanno indossare l’imbracatura e ci spiegano come assicurarsi ai cavi di acciaio e come si usa la carrucola. Dopo una prova a 30 centimetri dal suolo, ci inerpichiamo con una scala sulla piattaforma del primo albero fino a un’altezza di circa 5 metri (almeno così mi sembra). Il primo ostacolo prevede proprio l’utilizzo della carrucola: una partenza di sicuro effetto. Il mio amico affronta la cosa senza alcuna timidezza, io ci metto un po’ di più perché lasciarmi andare sostenuto solo dall’imbraco non mi viene così spontaneo. Mi faccio coraggio e vado: fico! Durante il tragitto mi giro e arrivo di schiena, ma va benissimo perché riesco a sedermi sull’imbottitura della piattaforma senza grandi difficoltà.
La seconda linea è ancora una tirolese: baldanzoso per il primo successo, mi lancio senza esitazione cercando di controllare la direzione. Questa volta arrivo dritto, ma non riesco ad aggrapparmi all’albero, per cui scivolo indietro. Dovrei riuscire a raggiungere comunque la piattaforma a forza di braccia, ma la fettuccia che assicura la carrucola all’imbracatura è troppo lunga e quindi arrivo a mala pena a toccare il cavo con le dita. Poco male: un solerte ragazzo arriva con una scala e mi aiuta a raggiungere l’albero. Il resto del percorso scivola via abbastanza facilmente tra ponti tibetani e altri ostacoli più o meno difficili: impieghiamo circa 40 minuti per completarlo.
Pensiamo di riposarci un attimo e di iniziare il secondo percorso che contempla il Salto di Tarzan, ossia un passaggio di 9 metri con la liana. E qui arriva una brutta sorpresa: il parco chiude alle 18:00. Poiché né io né il mio amico abbiamo la possibilità di tornare per completare il giro in un altro giorno, chiediamo se possiamo riavere la parte di biglietto non utilizzata (9 euro a testa), ma ci rispondono che una volta emesso lo scontrino non si possono fare rimborsi e che quindi dobbiamo scegliere tra un buono (che non ci servirebbe a niente) e dei gadget.
Dopo un po’ di trattative, il gestore del parco si offre di accompagnarci lungo il percorso blu: il mio amico – più atletico – accetta, mentre io rinuncio (se ci ho messo 40 minuti per finire il percorso facile, figuriamoci quello più difficile) optando per due brutti cappellini stampati.
In conclusione: l’idea di arrampicarsi sugli alberi utilizzando le tecniche della ferrata è divertente e accessibile anche a un trentacinquenne in sovrappeso come il sottoscritto; quando siamo arrivati c’erano molti ragazzi che sembravano divertirsi molto; il parco realizzato da Alberto Pradella mi sembra ben congegnato (tuttavia io non sono un esperto); la gestione dell’Acropark di Centa San Nicolò può senza dubbio essere migliorata dedicando una maggiore attenzione ai clienti (impuntarsi per non restituire 9 euro, mi sembra veramente da micragnosi).
Acropark Centa
Strada Provinciale 105 – Centa San Nicolò
Info: +39.349.1216770
www.acropark.com