Un ristorante dove è necessario prenotare qualche giorno prima per trovare posto genera un’aspettativa piuttosto alta. Aspettativa che aumenta quando una visita pomeridiana al locale per assicurarsi di avere un tavolo dove sistemare comodamente anche due passeggini, diventa l’occasione per assistere alla preparazione di invitanti ravioli di ricotta fatti rigorosamente a mano.
Il Furano si trova lungo la spiaggia di San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza: è un ristorante di recente ristrutturazione con un bello spazio all’aperto. La sera del 24 agosto 2005 siamo quattro adulti e due bambine piccole: iniziamo ordinando un antipasto della casa (9 euro), che consiste in un piatto con salmone e acciughe marinate, insalata di mare, gamberi e rucola e una bruschetta con la rosamarina. L’avvio è all’insegna della banalità , anche se il tutto è complessivamente ben preparato.
Sollecitati dalla visita pomeridiana, ordino i ravioli (10 euro), mentre gli altri commensali si orientano sui cavatielli ai frutti di mare (8 euro). Che delusione! I ravioli, con un ripieno di ricotta, porcini e gamberi, arrivano conditi con burro e salvia: un piatto congegnato veramente male. I porcini sono troppo pochi per avere un qualche ruolo, i gamberi hanno un sapore troppo delicato per un ripieno a base di ricotta, la quantità di salvia utilizzata ammazzerebbe anche un ripieno di stracotto. I cavatielli sono senza infamia e senza lode.
Proseguiamo con una spigola alla piastra e con una frittura di calamari e gamberi: troppo cotta la spigola e appena sufficiente la frittura (il costo complessivo dei secondi è di ben 40 euro).
Il conto finale, con una bottiglia di Cirò bianco di Alibrandi (7 euro), due bottiglie di acqua, un gelato e del prosciutto per una delle bambine è di 119 euro, ossia circa 30 euro a persona. Mi viene un dubbio: ma siamo in Calabria o a Milano?
Il Furano
Lungomare di San Nicola Arcella (Cs)
Tel. 0985.300644
17 Responses
e dire che il proprietario possiede una importante barca da pesca che raschia il mare per tutta la notte e tutte le notti. Il problema è l’approssimazione!
Ma questo è il problema vero di posti come questi, parlo della Calabria e più in particolare di San Nicola Arcella.
La stupidità di raschiare tutto il possibile senza porsi alcuna domanda sul futuro dei propri figli, spinge questa gente a fare del “turismo” solo una occasione per “rapinare” qualche sprovveduto che capita per caso.
Ma il comune di san Nicola Arcella è , anche, dati 2001, al decimo posto, su 8400, della classifica abitazioni disponibili /abitazioni abitate dai residenti (4300/450 – 9,5 ) .
Se Le interessa può raggiungere il nostro sito http://www.san-nicola-arcella.it
Ho curiosato nel suo blog e nel suo sito, complimenti!
Ormai sono dieci anni che frequento la piccola Baia di San Nicola Arcella, conosco bene sia il bellissimo e suggestivo
ristorante “Il Furano” sia i proprietari, onesti ed instancabili lavoratori.
Fulvio, il pescatore amico dei bambini insieme a suo figlio prende il largo con la barca per buttare le reti e assicura pesce fresco ai suoi clienti.Al tramonto i bambini sono ancora li’ che lo attendono, incuriositi e sorpresi dai tanti pesci che ancora si muovono nelle vaschette.
Ho assaggiato tante pietanze tipiche della casa e le ho trovate buonissime.Infine come turista non mi sono mai sentita “rapinata” da questa gente.
Gentile Rosa Mainardi,
non metto in dubbio ciò che Lei dice, tuttavia l’esperienza che io ho fatto rimane quella che ho raccontato in questa pagina: deludente in confronto alle aspettative. Poiché Lei è la seconda persona a elogiare il Furano, si sarà trattato sicuramente di un episodio isolato.
Per quanto riguarda il prezzo, non ho usato la parola “rapina”: ho semplicemente detto che la cifra assomigliava più a un conto in un ristorante di pesce di Milano che non in Calabria. Almeno rispetto a quello cha avevamo mangiato e alla sua qualità in termini di preparazione (per le materie prime, non ho dubbi che fossero freschissime).
La ringrazio dell’attenzione: se avrò la fortuna di tornare a San Nicola, farò un altro tentativo 🙂
Gentile Signor Mattina,
sono appena venuto a conoscenza della sua esperienza negativa dello scorso anno al ristorante Il Furano di San Nicola Arcella. Posso anche comprendere i suoi commenti negativi su un piatto specifico, ma ritengo che sarebbe stato appropriato rimarcare anche gli aspetti positivi del ristorante e il suo successo. In tal modo la sua sfortunata esperienza non sarebbe stata in contrasto con l’opinione ben diversa che tanti avventori, penso non tutti sprovveduti, hanno del ristorante. (Che il ristorante sia molto frequentato lo dimostra la difficoltà da lei incontrata ad accedervi senza prenotazione, peraltro in un periodo di bassa stagione.)
Osservo, comunque, che lei doveva mancare da Milano da un bel po’ di tempo perché con 30 euro a persona (è un fatto che oggi 30 euro corrispondono a circa 30.000 lire di qualche anno fa) a Milano, anche lo scorso anno, avrebbe potuto al più consumare una pizza ed una birra e nemmeno avvicinarsi ad un buon ristorante con la reputazione di servire del pesce freschissimo, cosa che lei stesso ammette che avvenga al Furano.
Ma non è per fare delle osservazioni tardive sulla sua esperienza al Furano la ragione principale del mio intervento. In realtà , quale presidente dell’Associazione Amici di San Nicola Arcella, intendo dissociare l’Associazione stessa in maniera categorica dai commenti fatti recentemente dall’ing. Nunziata. Egli ricopre una carica importante nell’Associazione, per cui è bene chiarire che, in quel caso, parlava a titolo strettamente personale.
Poiché, poi, con l’ing. Nunziata ho collaborato a lungo e lo conosco bene, mi stupisce molto il tono del suo intervento, anche perché è una persona molto razionale e quei commenti chiaramente non lo sono.
È strano, infatti, che egli utilizzi come spunto per dei commenti negativi uno degli imprenditori turistici locali più dinamici e più seri, il quale, partendo da un’attività di semplice pescatore e piccolo commerciante, è riuscito a raggiungere un notevole successo, cosa che non si può che apprezzare.
Inoltre, mi sembra anche strano accusare i pescatori della zona di depauperare il mare di San Nicola con la pesca a strascico, trattandosi di un’attività prevista e regolata dalla legge, a rigor di logica, in modo da non arrecare danno permanente. Forse pensava alle modalità piuttosto invasive di questo tipo di pesca, che potrebbero far sospettare un danno permanente, ma, in tal caso, l’accusa andrebbe rivolta non a chi la pratica nel convincimento che, essendo un’attività regolata, non abbia effetti negativi, ma a chi ha legislato che possa essere praticata senza danno.
Quanto, infine, al commento più pesante, anch’esso mi sembra molto strano, considerando che siamo in tanti, lui incluso, ad essere assidui frequentatori del paese da molti anni, cosa che non credo faremmo se ci sentissimo sistematicamente “rapinatiâ€. Immagino, piuttosto, che abbia voluto riferirsi alla forte lievitazione dei prezzi, che è un fenomeno di cui tutti, non solo a San Nicola Arcella, ci lamentiamo, e che possono sembrare sproporzionati rispetto ai servizi resi: la cosa, però può essere attribuita solo ad una situazione di mercato particolare.
Da tutto ciò, mi sembra evidente che i commenti dell’ing. Nunziata non si confanno alla persona che io conosco e della quale è ben noto l’impegno nell’Associazione a favore dello sviluppo del paese. Devo concludere che si sia trattato di commenti buttati giù in un momento di stanchezza o di frustrazione per alcune situazioni controverse, senza molto riflettere sulle loro cause. In ogni caso, nell’attesa di chiarire direttamente con lui l’argomento, non ho voluto ritardare oltre nel affermare il totale disaccordo della nostra Associazione su quelle considerazioni, anche per le ragioni che ho su esposte.
Distinti saluti, Nino Calia
Gentile Signor Mattina,
mi scuso anticipatamente con Lei e con i lettori del blog per la domanada che mi appresto a formulare e che potrebbe apparire banale:
Per quale motivo un ristorante calabrese dovrebbe essere più economico di un ristorante milanese?
Questo indipendentemente dalle mie considerazioni personali riguardo alla qualità ottima delle pietanze e al servizio sempre cortese e impeccabile che ho potuto apprezzare al Furano.
Distinti saluti, Cecilia Monti
In merito ai commenti sul ristorante. E’ chiaro che questo sito non è una guida ai ristoranti, ma il blog di una persona che – tra le tante cose – ha anche l’hobby per il cibo e si diletta a raccontare le proprie esperienze gastronomiche soffermandosi sulla gradevolezza o meno del cibo che gli hanno servito. A volte va bene, altre volte la qualità non è all’altezza delle mie aspettative: nel caso del Furano non posso che confermare quello che ho scritto. Quella sera è andata così: con tutta probabilità si è trattato della classica eccezione che conferma la regola.
In merito al prezzo. Sono più che disposto a rivedere il commento sul prezzo: in effetti a Milano si spende molto di più per un qualsiasi ristorante. Si è trattato di un giudizio dettato dalla delusione. Tuttavia, cara signora Monti, è un dato di fatto che al sud si spenda di meno per mangiare come per fare mille altre cose. In questo senso, un ristorante meridionale è più economico di un equivalente ristorante al di sopra del Po per una semplice questione di mercato: non è un caso che la stragrande maggioranza dei locali premiati e blasonati sia proprio in Lombardia, Veneto, Piemonte e così di seguito.
Conosco bene Francesco Nunziata e Fulvio, il pescatore e proprietario del “Furano”.
Sono iscritta alla associazione “Amici di S.Nicola” e anch’io voglio dissentire fortemente dalle critiche rivolte ad un uomo, bravo gestore del suo ristorante, ma soprattutto un uomo gentile, generoso, profondo, capace di gesti di grande spessore umano e sociale. Li ho visti questi gesti in momenti in cui emerge l’autenticità di ognuno di noi. Non credo ai dottor Jeckyll e Mr. Hyde. Fermo restando che nessuno può mettere il bavaglio alle critiche, mi è sembrato comunque fuori luogo il modo in cui sono state fatte e chiedo io scusa a Fulvio.
Cordiali saluti,
Rosanna Nanni
Gentile Rosanna,
le critiche non sono rivolte all’uomo, che – sono sicuro – essere persona di grandi qualità umane: le vostre manifestazioni di affetto e di stima ne sono l’evidente dimostrazione.
Ciò riconosciuto, rimane il racconto di una serata andata male: questa non è una guida gastronomica, ma solo un diario in cui – accanto alle esperienze professionali – annoto le mie impressioni sui ristoranti in cui ho la fortuna o la sfortuna di mangiare.
Ho riconosciuto di aver sbagliato nel giudizio sul prezzo, ma non posso dire che i ravioli che ho mangiato fossero buoni, perché a mio giudizio erano decisamente fatti male. E’ la mia opinione e nulla più: mi fa piacere di ospitare opinioni diverse e avere una conversazione con persone che la pensano diversamente da me.
Una sola richiesta: possiamo parlare di cibo? Io non mi sono addentrato in giudizi sulle persone, ma solo su quello che ho mangiato.
Buon ferragosto a tutti.
Nicola
Egregio Sig.Mattina, vorrei fare due considerazioni:
– ho avuto modo di apprezzare più volte la cucina del Furano che non solo ho trovato ottima e genuina, ma soprattutto ECONOMICA! Se si considera che le pietanze sono a base di pesce rigorosamente fresco…i prezzi sono più che ragionevoli
– può capitare a tutti di non gradire una pietanza ma non per questo è lecito denigrare l’operato della cuoca!
Cordiali saluti
Marina Vecchione
Capisco,ma non condivido, la difesa d’ufficio di Nino Calia. Da parte mia mi limito alla concretezza delle cifre: ai tempi della,lira pagavo 25 mila lire per un pranzo-tipo al Furano (antipasto, linguine allo scoglio, frittura di paranza, patate fritte, una caraffa di bianco della casa, acqua minerale caffè). L’avvento dell’euro ha fatto lievitare il prezzo, fino all’anno scorso, a 25 euro. Ad agosto di quest’anno, per l’identico menu, ho sborsato 40 euro. Poco? Molto? Ognuno giudichi in base alle proprie convinzioni ed esperienze. Undici anni di ferie a S. Nicola – per un minimo di sei mesi l’anno- mi consigliano di evitare quel ristorante.
Quest’anno per la prima volta ho trascorso le mie vacanze estive a S. Nicola.
Appena arrivata, incantata dallo splendido panorama che si vede dalla strada sovrastante il paese, mi sono recata a pranzo al Furano dopo un viaggio sulla Salerno Reggio Calabria di 9 ore.
Io e la mia famiglia abbiamo mangiato benissimo, tanto che abbiamo ripetuto l’esperienza diverse volte durante i nostro soggiorno.
In ogni occasione abbiamo gustato piatti prelibati ad un prezzo decisamente accettabile ed il tutto condito da un clim amichevole e rilassante.
Piacevolissimo anche l’intrattenimento musicale serale mai eccessivo e sopra le righe.
Consiglio vivamente gli ospiti di S. Nacola di fermarsi al Furano per una gustosa parentesi.
Ciao mi chaimo Valentina ho 20 anni..e scrivo dalle bellissime terre della maremma.
Ho trovato questa pagina e me la sono letta bene bene…ricordando i bei posti della mia S. Nicola Arcella..dove trascorrevo l’estate con i nonni e con gli amici “del mare”.
Ora manco da circa otto anni..per motivi familiari.
La cosa mi dà molta tristezza..perchè lì potevo confidarmi con quel bellissimo mare e quei profumi unpò strani..che qui in maremma ho sentito raramente.
Vorrei poterci tornare al più presto ma non se potrò mai farcela..data la mia scarsa possibilità economica.
I nonni con i quali prima venivo e trascorrevo le mie vacanze beata…ora nn ho un buon rapporto..per diverse discussioni familiari..e la cosa che mi ha ferito più di tutte oltre a questa..è stato il fattto di nn poter più sentire quegli odori e quei rumori che San Nicola Arcella ti dà .
Il tempo è passato, molte cose sarannò cambiate…ma se un giorno mai me lo potrò permettere spero di poter roprovare quelle forti emozioni..che mi dava la BELLA San Nicola Arcella.
s. nicola arcella è un posto incantevole. il sig.fulvio proprietario del ristorante “il furano” è una persona gentile e disponibile.il ristorante il “furano” è conosciuto ed apprezzato da tutti per la buona cucina ,per il servizio e per i prezzi contenuti. da alcuni anni trascorro le mie vacanze a s. nicola arcella e frequento il lido “s. nicola” ed il risorante “il furano”. a d r i a n o da villa d’ agri .(quello che corre)
s. nicola è un posto incantevole. Il sig. fulvio proprietario del ristorante “il furano” è una persona molto disponibile ed intelligente. da alcuni anni frequento il lido ” s.nicola” ed il ristorante il “furano” apprezzandone molto l’arte culinaria . F u l o sei un S I G N O R E . adriano (quello che corre)
Vedo con molto dispiacere che lei sig. Mattina di cucina non è un vero esperto in quanto dovrebbe sapere che le pietanze migliori a base di pesce sono le più semplici e sopratutto quelle poco “pasticciate” . Anche se un ristorante propone piatti diversi per accontentare tutti i propri commensali non è detto che possano essere il massimo. Io ho personalmente provato la cucina di Franca e Fulvio e vi assicuro che quello propostomi è stato eccelso i fusilli zucchine e gamberi erano “giusti”e che dire della frittura di “fragaglia”di triglie un vero stettacolo di colori e sapori che nel piatto avevano il loro palcoscenico. Invito lei sig.Mattina a provare altre cucine comprese quelle di alto lignaggio le assicuro che piuttosto di mangiare il nulla della famosa “Enoteca Pinchiorri” di Firenze dove si paga anche l’aria che respiri la cucina del Furano è di un altro pianeta.
Caro signora Barba, io non ho mai detto di essere un esperto di cucina. Sono un appassionato e uno a cui piace mangiare bene e per mangiare bene non intendo necessariamente andare in un ristorante 3 stelle. Come potrà notare, le esperienze che racconto (esperienze non recensioni professionali) si riferiscono per lo più a ristoranti normali…
Sono stata al ristorante Furano il 6 aprile 2008 e devo dare pienamente ragione al sig. Mattina. L’antipasto è ancora quello e costa ancora €9,00. è ghiacciato e condito con un olio di terza scelta. Di primo io ed il mio compagno abbiamo preso le linguine alla granseola (che bisogna ordinare a forza per due). Era in realtà pasta scotta che navigava in acqua colorata dal sughetto del granchio. La polpa in realtà non sarebbe bastata nemmeno per una persona, in più quella che c’era si era spappata e navigava con i pezzetti di pasta. Sperando di rifarci col secondo abbiamo ordinato la famosa frittura di paranza. Ho assaggiato un gambero ( che tra l’altro non era adatto per la frittura) e purtroppo l’olio era acido e la farina ovviamente se l’era assorbito alla perfezione. Che delusione!! Ho voluto raccontarvi la mia esperienza perchè mi piace cucinare. Ed è di questo che voglio parlare. Il segreto del cucinare pesce è che non c’è bisogno di fare cose spettacolari quando è fresco. Basta un olio buono, del prezzemolo fresco, e pochi minuti di cottura. Il ristorante ha dalla sua il fatto di trovarsi in una “location” meravigliosa, ma non venitemi a dire che sono bravi cuochi. Ma c’è un’altra cosa da non sottovalutare. Qui in Calabria (io sono di Cosenza) funziona che se vai in un posto in cui conosci (non importa chi, se cuoco, proprietario, figli del proprietario) allora vieni trattato in un certo modo, se no rischi di mangiare da schifo. Mi è capitato molte volte, ed ovviamente in quei ristoranti non sono più andata. Chiedi linguine allo scoglio e ti portano un piatto con due cozze, e poi noti che a quelli del tavolo a fianco (che prima di sedersi sono stati accolti da baci e abbracci del proprietario) arrivano delle Vere Linguine allo Scoglio, quelle che ti aspettavi di gustare.. Ma siamo in Calabria. E a prendere coscienza che la migliore pubblicità che esista è il passaparola forse ci arriveremo tra qualche ventennio.
Cari Saluti
Federica da Cosenza