La decima puntata di Viaggio nella Rete che Isoradio ha mandato in onda oggi (22 settembre 2005) è dedicata al citizen journalism. Ecco la traccia della trasmissione:
Uno dei motivi per cui l’informazione è fatta principalmente da professionisti riguarda il costo e l’organizzazione necessari per distribuirla. In altri termini, per fare un giornale, oltre ai giornalisti, c’è bisogno di tipografie e di una rete di distribuzione capillare in grado di far arrivare il quotidiano o la rivista nelle edicole. Per fare una trasmissione radiofonica o televisiva, si utilizzano costose apparecchiature radio, video o satellitari. Nel mondo dei mezzi di comunicazione di massa far arrivare l’informazione al destinatario è molto costoso e richiede delle organizzazioni complesse.
Con Internet, invece, mettere a disposizione un’informazione non costa praticamente nulla: il risultato pratico è che tutti possono produrre notizie e metterle in linea. A questo fenomeno è stato dato il nome di giornalismo partecipativo. In Corea, esiste un intero giornale on line coordinato da giornalisti professionisti e scritto interamente da cittadini: si chiama Ohmynews ed è diventato una delle testate più importanti del paese soprattutto perché letto dai giovani. In occidente, la Wiki Foundation, che coordina lo sviluppo di Wikipedia (la prima enciclopedia collaborativa della Rete di cui abbiamo parlato), ha creato Wikinews, un giornale on line scritto da volontari di cui esistono quattordici edizioni in altrettante lingue, tra cui l’italiano.
Il fenomeno del citizen journalism è ancora allo stato embrionale, ma c’è chi scommette che entrerà a far parte stabilmente del modo di fare informazione e i professionisti hanno un duplice atteggiamento nei confronti del fenomeno. Da un lato ci sono quelli che ne diffidano o che lo temono, soprattutto perché è sempre più frequente che reporter improvvisati riescano a controllare le notizie con molta più cura dei professionisti (famoso il caso di Dan Rather, anchorman della Cbs, costretto a dimettersi per non aver verificato delle informazioni prima di divulgarle in televisione). Dall’altro lato, invece, ci sono quelli che vi vedono l’opportunità per ampliare ed arricchire la copertura di una notizia: eventi come l’uragano Kathrina sono stati ampiamente raccontati anche da migliaia di reporter improvvisati, che hanno usato i propri cellulari per scattare foto e i blog per descrivere le loro esperienze. Tutto materiale finito sulle pagine dei quotidiani di tutto il mondo.
Buon viaggio con Isoradio da Nicola Mattina