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Lumie di Sicilia (Roma)

Venerdì 4 novembre 2005, scegliamo il ristorante Lumie di Sicilia per una riunione familiare: attorno al tavolo siamo in sette più il passeggino con Beatrice. All’ingresso veniamo accolti da un signore molto cortese che ci assisterà per tutta la serata. Il locale è molto carino, con le pareti gialle decorate da ceramiche siciliane, pezzi di carretti e pupi. E’ anche piuttosto affollato, ma è venerdì e sarebbe strano il contrario.
Siamo in ritardo e il gestore del locale ci fa accomodare a un comodo tavolo ovale dove ci aspettano gli altri commensali, che hanno già ordinato una bottiglia di vino: un Salina rosso 2002 igt delle Cantine Colosi. Si tratta di un blend di Nerello mascalese e Nerello cappuccio, dal profumo persistente con chiare note vinose, un palato vigoroso e tanninico tendente all’aspro. Rimango un po’ perplesso, perché il vino si dovrebbe scegliere dopo le pietanze, ma tant’è.
Ordiniamo antipasti e primi: chi ci serve è un po’ preoccupato dei tempi di servizio perché c’è un tavolo con venti persone. Per troppa premura, primi e antipasti arrivano insieme, per cui siamo costretti a invertire le portate per non far raffreddare gli spaghetti con le sarde. Il piatto è gustoso e ben condito, ma la pasta è troppo al dente, anch’essa vittima dell’apprensione del gestore. L’intingolo è fatto con il pomodoro: è la prima volta che mangio la pasta con le sarde in rosso, per cui tornato a casa ho fatto una breve ricerca e ho trovato una spiegazione a questa variazione:

La pasta con le sarde si divide in due possibilità di fattura. La prima, classica, alla palermitana senza il pomodoro e, l’altra alla milanisa con il pomodoro (quindi preparata dopo la scoperta delle Americhe). Quella alla sciacchitana è una versione della milanisa ma più liquida. Per chi si fosse chiesto che c’entra la pasta con le sarde (fanaticamente sicula) con i lumbard, ecco spiegato: alcuni secoli or sono i lombardi artigiani della seta vennero In Sicilia per insegnare la loro arte ed ebbero come base il castello di Lombardia (appunto) in quel di Enna: a loro piacque questo diverso modo di prepararla (cioè con il pomodoro), caratterizzando così la ricetta in alcune località siciliane.

L’antipasto è un carpaccio di tonno con arance. Il tonno è rosato e delicato, ma l’olio risulta un po’ amarognolo.
Procediamo con i secondi: io prendo il baccalà alla messinese, ossia passato nella farina quindi in padella e poi condito con pomodoro fresco, pinoli e uvetta. Molto buono. Apprezzabili anche gli involtini di pesce spada, che ha scelto mio padre e che mi fa assaggiare.
Il dolce fa dimenticare i piccoli incidenti della serata: io mi lancio su uno dei miei dolci preferiti, la cassata, mentre mia moglie sceglie un parfait alle mandorle. Sono entrambi molto ben fatti.
Il conto totale è di circa 193 euro, ossia quasi 28 euro a testa: un prezzo vantaggioso considerando che abbiamo mangiato del pesce. Un ristorante da apprezzare con la calma di una serata infrasettimanale.

Lumie di Sicilia
Via Fratelli Bonnet, 41 – Roma
Tel, 06.5813287
Chiuso il lunedì