Diciassettesiama puntata della seconda serie di Viaggio nella Rete in onda oggi, 22 marzo 2006, alle ore 14,30 su Isoradio (Fm 103,3):
Ben trovati con Viaggio nella rete. Oggi continuiamo a parlare di come le aziende costruiscono la propria identità e di come la proiettano sulla Rete. Lo facciamo con Michele Morganti, docente all’Accademia di Comunicazione di Milano, ed esperto di immagine istituzionale e di graphic design.
Nella puntata della settimana scorsa ci hai detto di come si inizia a creare l’identità di un’azienda e ci siamo soffermati sulla considerazione che la presenza di Internet pone dei vincoli dall’inizio quando si deve scegliere il nome. Questo sarebbe tutto sommato un problema minore. Molto più seri, a mio avviso, sono i problemi che la Rete pone in termini di gestione delle relazioni tra azienda e clienti…Ma vedi, abbiamo già detto la settimana scorsa come un’azienda venga percepita attraverso la propria immagine, sicuramente lo è anche attraverso il modo che ha di relazionarsi con i propri utenti, questo è evidente. È come dire che ognuno di noi ha un modo diverso per dire la stessa cosa e può risultare più o meno simpatico in base a come la dice. Il mondo è pieno di siti internet dove l’immagine che avevamo di un’azienda crolla miseramente, immediatamente, perché magari non troviamo le informazioni che cercavamo oppure perché il servizio erogato non funziona come dovrebbe e ci fa perdere un sacco di tempo. Tutti noi avremo sicuramente avuto moltissime esperienze deludenti su questo. Spesso si parla di sito vetrina per identificare quei siti che presentano dei prodotti, ma senza la possibilità di acquistarli. Io credo che non ci sia niente di più frustrante che andare a fare shopping di notte quando i negozi sono chiusi, no? Vedo una vetrina, ma non posso entrare per comprare. Quindi è sicuramente molto importante per un’azienda, nel momento in cui si rivolge a internet come strumento di comunicazione, cercare di pensare molto bene e molto seriamente al rapporto che vuole instaurare, in modo molto diretto, con i propri utenti.
In altri termini, l’identità di un’azienda è una faccenda complessa e non si limita ai solo aspetti visuali…
C’è un signore americano, Seth Godin, che – se non vado errato – ha inventato il termine viral marketing che sostiene che i pubblicitari dicono delle bugie. Ti confesso che sono sempre più d’accordo con lui non fosse altro per l’abitudine di chi si occupa di marketing di evidenziare i vantaggi e relegare a un asterisco gli svantaggi…Guarda, assolutamente sono molto d’accordo con te e con questo signore perché l’identità di un’azienda la si crea non solo, appunto, a partire dagli aspetti visivi, ma con una grande attenzione a tutti i momenti della comunicazione. Io penso anche solamente all’uso del telefono che per noi è diventata una cosa normale, ma, nel momento in cui io chiamo un’azienda, mi aspetto che dall’altra parte mi si parli con quella che è l’immagine che io percepisco del proprio marchio e quindi con un tono di voce di un certo tipo eccetera. E chiaramente non posso vedere colori, non posso vedere niente. Devo dire che l’utente ha in internet un grandissimo strumento per scoprire se l’azienda sta raccontando il vero oppure no, perché con internet noi abbiamo un confronto disintermediato, molto diretto e quindi questo mi dà la possibilità per esempio di consultare dei siti dove gli utenti raccontano delle esperienze che hanno avuto con i loro prodotti, positive o negative, internet mi dà la possibilità di verificare quali sono i prezzi dello stesso prodotto, magari anche in altri paesi, e tutto questo sempre senza intermediazione e senza filtri. Quindi io penso che internet possa essere un mezzo molto pericoloso per le aziende che non hanno trasparenza e onestà nel proprio Dna. Io credo che, tutto sommato, gli utenti della rete stiano cominciando a capirlo molto bene.
Michele grazie ancora della tua disponibilità . Il tempo a nostra disposizione è scaduto, per cui ti devo salutare. Viaggio nella rete torna mercoledì prossimo alle 14,30. Buon viaggio con Isoradio da Nicola Mattina.
Ascolta l’audio:
One Response
“C’è un signore americano, Seth Godin, che – se non vado errato – ha inventato il termine viral marketing che sostiene che i pubblicitari dicono delle bugie. Ti confesso che sono sempre più d’accordo con lui non fosse altro per l’abitudine di chi si occupa di marketing di evidenziare i vantaggi e relegare a un asterisco gli svantaggi…”
quella di Seth Godin è solo una provocazione , sono i consumatori ad essere dei “bugiardi” siamo noi come consumatori a credere a ciò che vogliamo, sopravviveranno solo le aziende vere perchè il marketing non è vendita a tutti i costi ma è vera ricerca della soddisfazione del cliente:
clicca qui: http://blog.gamberorosso.it/cittadelgusto/
a presto
nerina di nunzio