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Philip Roth, Il seno

Philip Roth, Il seno Come il protagonista della Metamorfosi di Kafka, il professor David Kepesh si sveglia una mattina scoprendo di aver subito una metamorfosi: è diventato un enorme seno femminile di 70 chili. Chiuso nella stanza di una clinica, costretto a letto, Kepesh sente e parla, ma non può vedere, e vive gli unici momenti gratificanti del suo rapporto con gli altri attraverso il tatto.

Il protagonista preferirebbe che il medico, l’infermiera, l’analista, suo padre, la sua compagna gli dicessero che è diventato completamente pazzo, ma anche questo sollievo gli è negato. Anzi, tutti gli chiedono di essere ragionevole e di accettare la sua nuova natura. Ma come accettare di essere una ghiandola mammaria?

Un racconto di poche pagine, che ammette solo il bianco e il nero: o piace entusiasticamente e diventa un piccolo capolavoro, o viene considerato un mero esercizio di stile, divertente ma senza particolare spessore. Personalmente propendo più per la seconda interpretazione, anche se ho trovato il testo complessivamente divertente e di bella prosa:

Cominciò stranamente. Ma poteva forse esserci un altro inizio? Si dice che le cose sotto il sole cominciano “stranamente” e finiscono “stranamente” e sono strane; una rosa perfetta è “strana”, proprio come una rosa imperfetta, e come la rosa di normalissimo colore e gradevolezza che cresce nel giardino del vicino.

Philip Roth
Il seno
Einaudi, 2005
Isbn: 88-06-17817-2