Presentation Zen parla della presentazione di Marco Montemagno a Smau, analizzando i vari stili utilizzati per realizzare le slide: adesso va molto di moda confezionare delle presentazioni un po’ spettacolari facendo in modo che l’intervento dell’oratore sia perfettamente sincronizzato con le immagini che si susseguono sullo schermo. La tecnica è molto carina, ma non credo che l’adotterò mai: a) generalmente preparo le slide la notte prima; b) non potrei mai sopportare che il mio pubblico presti più attenzione alle slide che al sottoscritto 😉
Montemagno cita il caso degli antifurti della Kryptonite che si aprivano con una penna a sfera: si tratta di un episodio del 2004 che ha fatto storia e che ho visto in numerose altre presentazioni. In quasi nessuna presentazione, invece, ho visto citare Google come caso per mostrare il potere del passaparola. In questi giorni sto leggendo Google e gli altri di John Battelle. E’ molto ben scritto e fortunatamente non troppo elegiaco nei confronti del gigante di Mountain View. In merito alle sue scelte di comunicazione, ecco cosa dice:
Evitando gli approcci tradizionali al marketing, Brin e Page scommettevano su un fenomeno che si era dimostrato affidabile: quello delle pubbliche relazioni. Google era già un beniamo delle stampa […] “Decidemmo così di investire sul prodotto e di utilizzare le Pr come uno strumento per far sì che la gente leggesse e parlasse di Google – ricorda McCaffrey -. Una volta che l’hanno provato, gli piacerà. Quella fu la svolta decisiva per Google”.
Non si tratta solo di relazioni pubbliche, a mio avviso: non è detto che un’azienda che non investe in pubblicità sia trattata così bene dai media. E’, invece, una questione di customer evangelism. I giornalisti hanno a che fare quotidianamente con l’informazione: quale miglior testimonial per un servizio che – all’epoca – rappresentava un sostanziale passo avanti nel reperimento di informazioni? Penso che la responsabile della comunicazione di Google fosse convinta di fare una tradizionale operazione di relazioni con i media, ma – fortunatamente per lei – stava conquistando degli autorevoli ed entusiasti consumatori ed evangelisti del proprio prodotto.
Questa storia ha un corollario che potrebbe valere la pena di approfondire: c’è davvero bisogno del marketing tradizionale per spingere un prodotto on line che funziona?