Nel 2001, Tim Berners-Lee su Scientific America, profetizzò:
La reale potenzialità del Web semantico si realizzerà quanto le persone avranno creato molti programmi in grado di raccogliere contenuti Web da fonti diverse, di elaborare le informazioni e scambiare i risultati con altri programmi. L’efficacia di simili agenti software aumenterà in modo esponenziale quanti più contenuti leggibili per le macchine e servizi automatizzati (che includono altri agenti) saranno disponibili. Il Web semantico promuove questa sinergia: anche agenti che non erano stati espressamente progettati per lavorare assieme possono scambiarsi dati quando ai dati è abbinata una semantica.
Il brano è tratto da Google e gli altri di John Batelle (presto la recensione, mi mancano ancora poche pagine!). Lo stesso volume cita un altro passaggio dell’inventore del Web:
Se un motore del futuro riuscisse a combinare un agente intelligente con un motore di ricerca, potrebbe essere in grado di trarre il meglio da entrambi quei mondi […]. Potrebbe trovare indici che contengono liste complete di tutte le occorrenze di un certo termine, e poi usare la logica per eliminare tutte quelle che non servono per eliminare un determinato problema […].
A me sembra che lo scenario descritto da Berners-Lee sia meno lontano di come possa apparire. Ad esempio, del.icio.us contiene degli indici cui sono associate dei metadati. Tali informazioni sono accessibili utilizzando delle Api e possono essere integrate con altri contenuti in quelli che oggi vengono comunemente chiamati mash-up. Non è molto lontano da quanto descritto in queste citazioni. Voi che ne pensate?
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2 Responses
Lapsus: TBL ha inventato il Web, non Internet.
Internet, lo sanno tutti, l’ha inventata Bill Gates (o era Al Gore?) 🙂
Ops, hai perfettamente ragione… e fortuna che ho linkato pure la biografia su Wikipedia 🙂 Correggo l’errore. Grazie. Nicola