Apprendere autonomamente

Cito da [mini]marketing (Sapere cose vs. sapere come trovarle): una volta il vantaggio competitivo che risiedeva nel conoscere era difendibile con poco sforzo e raggiungibile con molta fatica da altri. Con la Rete, il vantaggio competitivo non è più nel conoscere, me nell’essere efficienti ed efficaci nel sapere come e dove procurarsi l’informazione.
Vero. Una volta (parliamo solo di uno o due decenni fa) si imparava una cosa che, con poche modifiche, durava tutta la vita. Il lavoro, anche quello di concetto, è spesso ripetitivo e rimane uguale a sé stesso per anni: si entra in una grande azienda con una mansione e si rimane a fare le stesse cose per anni e anni e anni. Tuttora, chi ha la “fortuna” di frequentare grandi organizzazioni si scontra con impiegati abbarbicati alle proprie posizioni, che cercano di far pesare in tutti i modi possibili quelle quattro cose che hanno imparato a fare. Sono persone pericolose: sanno poco, non hanno voglia di imparare altro, desiderano mantenere lo status quo a tutti i costi. Sono il vero freno all’evoluzione e ricoprono spesso anche posizioni di management.
E’ una posizione miope e anacronistica: oggi il lavoro ha bisogno di cambiare più rapidamente perché le aziende devono cambiare velocemente per sopravvivere e produrre richezza. Si può anche rimanere abbarbicati al proprio orticello, ma il problema è il suo valore. Se nell’orticello ci sono cose che non hanno più alcun valore, l’unico risultato che si ottiene è votarsi alla propria estinzione lavorativa o a quella dell’aziende che ci impiega.
Gli attuali modelli di formazione non forniscano l’abilità di apprendere autonomamente. Nella mia esperienza di formatore mi scontro spesso con una grande passività da parte dei discenti: attendono che qualcuno allacci loro un bavaglino attorno al collo e li imbocchi con informazioni che potrebbero reperire autonomamente (e a un minor costo) leggendo qualche buon libro.
Continuiamo a usare un modello di formazione di ispirazione medioevale anche se lo abbiamo perfezionato un po’ e, invece di leggere ad alta voce un testo di Socrate, proiettiamo delle slide con qualche effetto speciale. Dovremmo preoccuparci di fornire la capacità di apprendere autonomamente, di cercare le informazioni, di integrarle e usarle nei contesti che ci interessano. Invece, continuiamo a trasmettere nozioni che verrano usate malamente dai nostri interlocutori. Va bene a chi, come me, fa il consulente e il docente 🙂

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