Come cambia l’agenda setting

Di agenda setting abbiamo già parlato in passato (agenda setting: la frontiera del giornalismo partecipativo), dicendo che si tratta del fenomeno per cui “i mass media sono (o, volendo essere più cauti, sembrano) in grado di ispirare il dibattito pubblico, suggerendo quali sono gli argomenti di cui vale la pena discutere o meno.”
Al Family Day del 12 maggio, Berlusconi è arrivato in piazza San Giovanni con Il Manifesto, mostrando la discutibile vignetta di Vauro (moglie: “Ci saranno un sacco di preti”, marito: “Dici che è meglio se lasciamo a casa i bambini?”). Della vignetta si è discusso: frasi di condanna da una parte; difesa del diritto di satira dall’altra. Niente di nuovo sotto al sole!
La novità sta nel fatto che, a seguito della discussione, qualcuno ha riscoperto un documentario della Bbc del 2006, in cui si parla di una serie di casi di pedofilia, avvenuti negli Stati Uniti e in Irlanda, i cui i colpevoli erano preti. Il filmato non si occupa tanto dei fatti di cronaca, quanto di un documento emesso all’inizio degli anni sessanta da joseph Ratzinger – il crimen sollicitationis (in inglese) – che fissa le regole che devono seguire i membri del clero per i reati sessuali commessi da altri membri del clero.

Il video, ovviamente, non è mai andato in onda in Italia: non è pensabile, infatti, che la nostra televisione trasmetta un documentario in cui si dice esplicitamente che l’attuale papa ha imposto ai preti di tenere il segreto riguardo a questi reati, invece di denunciarli alle autorità. Quando l’ho vista per la prima volta, segnalata su del.icio.us di Maestrini per caso, la versione con i sottotitoli in italiano – disponibile su Google Video – contava appena qualche migliaio di visualizzazioni. Il meme ha cominciato a circolare ed è arrivato fino a un hub, ossia il sito di Beppe Grillo, che ha dedicato alla questione un lungo post con la trascrizione di alcuni passi salienti.
Dal blog di Beppe Grillo, la questione è ritornata sui media main stream ed è quindi La Repubblica a pubblicare un articolo sull’argomento, senza proporre l’embed del video, per evitare le azioni legali di una società che, nel frattempo, ne ha acquistato i diritti. Oggi il video, guardato quasi 108.000 volte, è stato spedito per posta elettronica 1.700 ed è stato incluso in oltre 1.600 pagine web: gli embed ne determineranno un’ulteriore – virale – circolazione tra gli utenti della rete.

Statistiche sulle visualizzazioni del video della Bbc dedicato alla Chiesa e alla pedofilia

Partiamo quindi dalla volontà di influenzare l’agenda della giornata con un’operazione tipica del leader del centro destra: “i comunisti dipingono noi cattolici come pedofili”. La cosa, però, non si spegne nei (controllabili e prevedibili) media main stream, come in altre occasioni, ma prosegue nella Rete, dove la notizia cambia di tono e diventa: “attenzione, il Vaticano protegge i pedofili”. Il meme comincia a circolare velocemente e non può essere controllato né soffocato: diventa a sua volta notizia, tanto che viene ripreso da uno dei principali quotidiani del paese. Questa volta, però, non si tratta di una vignetta di discutibile gusto, ma di un documentario di un’autorevole televisione e di una voce di Wikipedia, tramite la quale è possibile scaricare il documento con cui il Vaticano prescrive il comportamento (assai più discutibile di una vignetta) da seguire in caso di reati sessuali commessi da preti.
Ne parla anche Luca Conti su Pandemia (Pedofili nella chiesa: Internet cambia l’agenda dei media).

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12 Responses

  1. Ma a te pare che il “meme” (sto citando te, non mi permetterei mai di usare un termine così orrendo),
    abbia davvero influenzato l’agenda setting?

    Io penso invece che la notizia sia partita dalla rete,
    che ci sia stato un rilancio su media mainstream,
    e che i fruitori di quella notizia siano stati gli stessi mediatori del flusso della notizia.

    In un percorso che parte da A tocca sporadicamente B e ritorna A.
    e A è compiaciuto perchè è riuscito a toccare B.
    Senza contare che poi, in fin dei conti, il produttore del documento è un medium mainstream.

    L’agenda setting (sempre che davvero una teoria simile possa sussistere ancora) è qualcosa di molto più ampio che non un articolo su Repubblica.
    E che se non ci fosse Beppe Grillo questa notizia forse non sarebbe arrivata.
    A questo proposito è interessante Beppe Grillo perchè pare essere l’unica fonte autorevole da parte del mainstream. Questo perchè? Perchè proviene da lì.
    Tutto torna.

  2. Enrico, confesso di essermi un po’ perso nel tuo ragionamento. Io parto dalla vignetta che lancia il tema della pedofilia e che viene sbandierata da Berlusconi. Quindi l’argomento che passa alla rete e ritorna indiestro sui media tradizionali con il crimen sollicitationis. Ne parla Repubblica e ne ha parlato ieri sera Santoro e penso che se ne continuerà a parlare.

  3. Concordo col commento di EdTv. Tra l’altro il picco di ricerche con parole chiave “la chiesta protegge i pedofili” ipotizzo si sia toccato ieri sera, quando Santoro in diretta ha annunciato che stava provando a comprare questo filmato.

    Mi sembra che in tutto questo il ruolo della blogosfera o comunque del Web in generale non sia certo quello di sorgente, ma di semplice “ripetitore”, “amplificatore”, di un qualcosa (il meme, se vogliamo insistere sulla terminologia) che parte da un media tradizionale e che, per assurgere alla notorietà definitiva, per essere quindi oggetto di discussione nell'”opinione pubblica”, sempre sui media tradizionali deve tornare.

  4. Telemaco, il documentario della Bbc è dell’ottobre dell’anno scorso e la copia del crimen sollicitationis è disponibile on line sul sito delle Cbs da almeno due anni. Eppure non se ne era mai parlato prima nei media tradizionali italiani, almeno per quanto ne so io. Quindi un piccolo numero di utenti, sollecitato dalla discussione attorno alla vignetta, ha reso “notiziabile” in Italia un argomento che era pubblico da tempo.

  5. Letto ora la tua risposta a EdTv, provo a spiegarmi meglio per non costringerti a ripeterti. Il percorso che tu ipotizzi e’
    Vignetta->”Interpretazione conservatrice della stessa”->blogosfera->cambio dell’agenda setting.

    Il percorso che io vedo e’
    BBC->BBC World in chiaro (anche dall’Italia)->fuffa mediatica, tentativo di soffocamento->video.google/hub amplificatori/Santoro prova l’acquisto->la notiza emerge

    col penultimo passaggio ad un livello tale di contemporaneita’ sui tre canali citati da non poter ipotizzare l’influenza di uno sull’altro.

  6. @Nicola, in questi giorni il video e’ disponibile via satellite nel bouquet Sky Italia (cosa che non era in precedenza) su BBC World. Io attribuisco a questo il destarsi di un interesse per il filmato, piuttosto che alla vignetta: tutto qui.

  7. Credo che il ragionamento debba essere spaccato, anche per quello che scive Telemaco. Quali sono gli esempi in cui argomenti di cui non si parla sui mainstream media sono stati affrontati per la prima volta sulla rete? L’esempio della BBC mi sembra invece un caso in cui la rete faccia da “ripetitore”. Il problema è che il tuo post affronta diversi temi insieme, tutti interessanti e se non li suddividi ulteriormente, rischi che la conversazione si incarti o abbia deviazione su quanto proponi.

  8. Scusare se mi “intrometto” in qualche modo, ma il meme non è un propagarsi di conoscenza che “parte” dalla Rete? Tecnicamente non credo si tratti di questo, visto che la notizia è partita dai mainstream. Alla fin fine la Rete ha amplificato e diffuso un tema già esistente. Non ha forse fatto sempre così, quella monellaccia della Rete?

  9. @Enzo. Non vedo perché non dovresti “intrometterti” visto che su questo sito si tengono conversazioni aperte e pubbliche 🙂 Secondo me non è necessario che il meme parta dalla rete o rimanga nella rete: si tratta del pezzo di informazione che si propaga e può propagarsi attraverso vari media.

  10. Quello che intendevo dire è che il “meme”, almeno per come lo vedo io, è più incentrato sulle opinioni circa un determinato tema. Mentre in questo caso si è trattato semplicemente di tirar fuori ed amplificare una notizia, un fatto, non un’opinione. E la Rete da sempre amplifica i fatti.