Master in Social media per la comunicazione d’impresa

Professori e aspiranti docenti in ascolto ho bisogno di aiuto per un progetto che mi sta molto a cuore. Una grande azienda che si occupa di risorse umane e che sta lanciando un programma di master, mi ha chiesto di creare un corso che riguardi i social media e la comunicazione di impresa. Ho accettato con entusiasmo – non posso perdere l’occasione per salire in cattedra 😉 – e, visto l’argomento, vorrei essere sociale sin dall’inizio, costruendo il programma di modo collaborativo.
Inizio con questo post un primo round per proporvi alcune idee e raccogliere i contributi di chi vorrà partecipare con l’augurio che il master che sto mettendo in piedi sia i primo che non ha bisogno di un comitato scientifico composto di saggi e nomi altisonanti.
Innanzitutto alcune informazioni pratiche: il corso dovrebbe durare 1.000 ore di cui la metà in aula e il resto in grandi aziende; il numero di partecipanti non dovrebbe superare i 25; la sede di svolgimento è Roma.
Per quanto riguarda i contenuti, occorre circoscrivere i due temi del corso, ossia la comunicazione di impresa, da una parte, e i social media, dall’altra. L’operazione non è banale in entrambi i casi.
E’ abbastanza comune che i corsi sulla comunicazione abbinino questo argomento al marketing. E’ una scelta che non mi piace molto, perché trovo che i due argomenti – per quanto complementari – siano troppo diversi per essere trattati insieme in un master. Intendendo escludere il marketing, possiamo concentrare la nostra attenzione sulle tre aree della comunicazione d’impresa, ossia:

  • comunicazione di marketing, che si rivolge ai clienti effettivi e potenziali con l’obiettivo di stabilire relazioni durature e di incrementare la loro propensione all’acquisto. In quest’area rientrano le politiche della marca, la pubblicità, le promozioni e così di seguito;
  • relazioni pubbliche, che si rivolgono all’opinione pubblica in generale e, più in particolare, ai portatori di interesse, agli opinion leader e ai pubblici influenti con l’obiettivo di influenzarli e creare benevolenza. Affrontare i temi legati alle relazioni con i media, l’organizzazione degli eventi e la gestione della crisi, mentre eviterei gli argomenti più specialistici come la comunicazione finanziaria e la lobby;
  • comunicazione interna (o organizzativa), che si rivolge ai dipendenti e a tutti i collaboratori dell’impresa con l’obiettivo di aumentare e consolidare il loro senso di appartenenza e di coinvolgimento.

La distinzione è solo questione di comodo: oggi la comunicazione non può che essere integrata e quindi le tre aree devono essere trattate con tre facce della stessa medaglia.
I social media sono un po’ più difficili da inquadrare perché non esiste una tradizione didattica consolidata che li riguarda. In prima battuta, direi che i temi da trattare potrebbero essere i seguenti:

  • teoria dei nuovi media, in cui proporre un excursus dei contributi teorici più interessanti come Manovich, Bolter e Castells.
  • strumenti. E’ necessario analizzare nel dettaglio i singoli strumenti: social networking, blog, wiki, social bookmarking, instant messaging, crowd powered media e così di seguito. Vanno anche contemplati gli strumenti per il monitoraggio. Forse questo approfondimento potrebbe essere l’oggetto di un laboratorio anche se non vorrei avere una divisione netta tra teoria e pratica;
  • gestione delle comunità. Gran parte dei progetti che riguardano i social media comportano l’interazione o la creazione di community;
  • governo dei social media. I social media comportano una perdita di controllo e un ampliamento dei punti di contatto tra organizzazione i suoi pubblici. In questo senso, chi si occupa di comunicazione dovrebbe essere in grado di implementare dei processi di governance in funzione della specificità dell’organizzazione;
  • user experience. Chi si occupa di comunicazione dovrebbe essere in grado di progettare o di partecipare a un gruppo che progetta la user experience degli artefatti che entrano in campo quando si fa comunicazione tramite la Rete;
  • tecnologie per la persuasione. Sembra interessante un approfondimento su come è possibile utilizzare un computer in un processo persuasivo.
  • Accanto alle due aree tematiche, sarebbe anche opportuno prevedere un’area dedicata alle competenze di base. Nei corsi di relazioni pubbliche, generalmente, ci si occupa di scrittura e comunicazione interpersonale. A me sembra anche importante un discorso sulla didattica, perché penso che il comunicatore del futuro dovrà essere in grado di formare i membri dell’organizzazione affinché ciascuno sia in grado di diventare portavoce ed evangelista.
    Per il momento mi fermo qui. Mi dite cosa ne pensate lasciando un commento? Grazie 🙂

    P.s. Allego un paper di Toni Muzi Falconi sulla Comunicazione d’impresa che mi sembra molto interessante: Comunicazione d’impresa: verso un linguaggio comune?

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    15 Responses

    1. Credo ci voglia una settimana per produrre un commento degno di questo post. 🙂
      Per il momento concordo sulla messa da parte del marketing, per via della eccessiva differenza dal social media environment.

    2. Il mio dubbio è: quante aziende italiane, ad oggi, hanno la consapevolezza del valore aggiunto che può portare il web 2.0 e dunque sono disposte ad investire in figure professionali nuove come l’esperto in social media?

    3. Fare attività di aula è sempre stimolante. Di materiale sugli argomenti di cui parli ne ho in abbondanza, quindi puoi contare su di me compatibilmente con gli impegni. Per il resto sai quali sono i temi di cui mi occupo, che sono proprio quelli del tuo master.

    4. Non ho ben capito come vorresti collegare le tre aree di comunicazione con i nove argomenti dei social media: sommandoli (12 argomenti o moduli) o moltiplicandoli (27 argomenti o moduli)?
      Forse bisgonerebbe trovare una via di mezzo; mi sembra superfluo declinare le teorie dei nuovi media per le diverse aree di comunicazione, mentre direi che gli strumenti a disposizione per ciascuna di queste ultime possono variare grandemente.
      Comunque, insisterei molto sul legame comunicazione-organizzazione, nel senso che l’organizzazione segue i canali di comunicazione disponibili, che si passa da modelli top-down fondati sulla privatezza e l’esclusività delle info a modelli “circolari” fondati sulla pubblicità delle info e che comunicare è mettersi in discussione…
      Vabbuo’ mi rendo conto che sto debordando dal format di un post; parliamone 😉

    5. Progetto interessantissimo, spero di poter dare il mio contributo, e non ti nascondo che se potessi, mi iscriverei anche al Master!!
      Eheh.. non si finisce mai di imparare, ed un po’ di nostalgia dei bei tempi dell’universita’ ce l’ho. 🙂

    6. Bel master, ma non ho mille ore…, in realtà non ho nemmeno mille minuti.
      E l’idea di pubblicarne i contenuti anche in rete per far si che ne usufruiscano anche quelli che come me hanno lavoro famiglia e ancora voglia di imparare cose nuove????

    7. @Pez. Mano a mano le aziende se ne stanno accorgendo, tanto è vero che iniziato ad aprire i corporate blog oppure a far monitoraggio. E’ ancora molto molto poco rispetto a quello che richiede la rete, ma è un inizio. E una cosa è certa: la visione della rete che condividono quelli che vanno ai barcamp non è quella che si insegna nei corsi che si occupa di comunicazione, dove internet viene trattato ancora in modo accidentale.

      @Maurizio. Grazie della disponibilità. Stai pur certo che ne approfitterò 😉

      @Robert. Mi hai dato un grade spunto: iniziare a parlare di comunicazione d’impresa partendo dalla comunicazione interna, che invece è l’argomento che si lascia per ultimo. E’ una gran bella chiave di lettura.

    8. un parere da un laureando in Comunicazione..

      inevitabile la separazione in due tronconi principali: la comunicazione d’impresa e i social media. Buona l’idea di non trattarli in moduli rigidamente separati ma di intrecciare mano mano le due macroaree, anche perchè(parlo della mia esperienza personale a LaSapienza)il tema del la comunicazione d’impresa in tutte le sue declinazione “tradizionali” è un argomento sentito e risentito mille volte e quindi inziare un master trovandosi difronte subito un rigido modulo che tratta questo argomento è…poco simpatico 😉
      Ovvio che un master deve tener conto anche di chi ha una preparazione di base diversa ma di certo si può trovare una strada nuova per affrontare certi temi senza trovarsi difronte le classiche slide su broadcast, narrowcast, stakeholders, top-down, bottom-up ecc.. =)

      Riguardo la seconda parte…gli argomenti più interessanti(secondo me) da affrontare sono gli strumenti ma soprattutto la gestione delle comunità e governo dei social media.
      I processi persuasivi tramite le tecnologie (stiamo parlando di Fogg vero?) e in generale la comunicazione mediata dal computer (CMC) sono altri temi interessanti da affrontare, anche perchè poco approfonditi durante gli studi universitari(ripeto..parlo della mia esperienza a La Sapienza).

    9. per la comunicazione interna parlerei di wiki. faccio il punto della situazione e magari tiro giù un contributo degno. ciao ciao

    10. @Domenico. Grazie del contributo… sì, parliamo proprio di BJ Fogg.
      @Luca. Grazie
      @Fabio. I wiki sono sicuramente uno degli strumenti più interessanti per la comunicazione interna, quindi aspetto di avere il tuo contributo sull’argomento 🙂

    11. Valuto positivamente questa costruzione del corso che segui direttamente e apprezzo questa costruzione aperta sull’organizzazione didattica.

      Su uno dei primi punti ho qualche dubbio:

      “- comunicazione di marketing, che si rivolge ai clienti effettivi e potenziali con l’obiettivo di stabilire relazioni durature e di incrementare la loro propensione all’acquisto. […]”

      dal mio umile punto di vista, seguendo il discorso Segmentazione (intelligente) della clientela, chiedo come si possa parlare di comunicazione orientata senza capire come si delineano i profili in maniera seria. Sono consapevole che l’orientamento dei partecipanti sarà principalmente umanistico, ma senza questo “dettaglio” di natura statistico-economica sarà loro difficile interpretare molteplici situazioni aziendali successive.

      In mio personale suggerimento è quello di valutare l’inserimento di qualche incontro introduttivo sul tema, facendo una panoramica su tecniche e tecnologie a disposizione per lo scopo. Una sorta di “dove andranno presto le aziende…”.

    12. Non ho idea di come poterti aiutare. Però torno ora dal World Marketing&Innovation Forum… McKenna e Rackham mi hanno detto che il push è morto o quantomeno malato… ricordatene mentre prepari il corso!

    13. Quando dovrebbe svolgersi il Master? Io effettuo docenze sull’argomento in diversi corsi e master e posso offrirti anche testimonianze delle strategie che ho adottato nella mia azienda (multinazionale settore automotive). Contattami pure.