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Telecom Italia: la cabina telefonica in Second Life

Oggi Nova 24 ospita una mia breve riflessione sulla popolarità di Second Life tra le aziende italiane. Ho scritto sulla carta che mi sembra abbastanza inutile costruire in un metaverso edifici che assomigliano in tutto e per tutto a quelli del mondo reale. Ho anche scritto che gli attuali numeri di Second Life (poco più di 24.000 utenti italiani attivi nel corso del mese di maggio), non giustificano un investimento che vada oltre la ricerca e sviluppo.
Vorrei aggiungere qualche considerazione sulla presenza di Telecom Italia e sulle sue cinque isole inaugurate in occasione del Second Life Pride che si è tenuto a Pistoia il 18 luglio. L’ufficio stampa dell’azienda mi ha gentilmente fatto avere il press kit, da cui cito:

A partire dal prossimo 18 Luglio Telecom Italia con i brand Alice e TIM entra in Second Life collegando per la prima volta a livello mondiale la comunità virtuale al mondo reale con il servizio telefonico e successivamente con l’e-mail e l’instant messaging gratuiti […]
Il servizio telefonico, al quale si aggiungeranno successivamente l’instant messaging e l’e-mail, sarà reso disponibile ai membri della comunità virtuale (avatar) sulle isole Alice e TIM attraverso il “First Life Communicator”, un’applicazione innovativa sviluppata appositamente dai laboratori di ricerca Telecom Italia Lab. Il servizio, a regime, consentirà agli avatar di effettuare telefonate tra loro, inviare sms, e-mail e utilizzare l’instant messenger collegandosi con il mondo reale ma mantenendo la propria identità virtuale.

I toni gloriosi del comunicato mi fanno un po’ sorridere e alcune frasi vanno bene giusto per quei giornalisti che non sono mai entrati nel metaverso. E sospetto che anche gli addetti stampa di Telecom non sappiano bene di cosa stanno parlando. Ma andiamo con ordine:

Punto 1. “Collegare la comunità virtuale al mondo reale”. La comunità virtuale è fatta di persone e i loro avatar esistono in quanto le persone sono collegate al gioco. Quando l’utente chiude il programma che gli permette di accedere a Second Life, il suo avatar non esiste, se non come voce in un elenco. Quindi, il metaverso non è autonomo, non costituisce un mondo vero e proprio e gli avatar hanno bisogno dei loro burattinai. Second Life è un ambiente in cui una comunità di persone si incontra e socializza, così come accade su tanti altri social network bidimensionali. Non si capisce per quale motivo, un’azienda dovrebbe affacciarsi al mondo dei social network partendo da quello più piccolo e più complesso da utilizzare. Prima di arrivare a Second Life, che ha senza dubbio il suo fascino e stuzzica l’immaginario di molti, sarebbe meglio se le aziende decidessero di partecipare a Dada, Facebook e alle tante altre community dove si incontrano gli utenti. Così non dovrebbero concentrarsi sull’architettura di un inutile palazzo e potrebbero pensare alla gestione delle relazioni.

Punto 2. “Il servizio telefonico… sarà reso disponibile… attraverso il First life communicator”. La Linden sta già testando l’introduzione della voce dentro Second Life. Al di là delle questioni tecniche, la presenza dell’audio suggerisce una riflessione legata alla sua utilità od opportunità. Se consideriamo la dimensione ludica e di intrattenimento, l’uso della voce potrebbe essere indesiderabile perché porta nel gioco una dimensione della vita reale. Senza la voce, quando scrivo in inglese e lo uso come lingua franca, non c’è alcun indizio sulla mia provenienza geografica, sulla mia età o sul mio sesso. Con la voce, Second Life perde una parte della sua dimensione onirica e questo potrebbe non piacere agli utenti che frequentano il metaverso per evadere dalla vita di tutti i giorni.
Viceversa, la voce potrebbe essere molto utile se decidessimo di usare Second Life come ambiente per svolgere delle attività: per esempio, organizzare delle riunioni. In questo caso, la tridimensionalità potrebbe aggiungere informazioni utili rispetto a una teleconferenza o a una videoconferenza, come mostrano gli esperimenti del Sociable Media Group del Mit.

Punto 3. “Un telefonino TIM virtuale”. In realtà, non può trattarsi di un telefonino. In world, l’audio può essere riprodotto in streaming solo all’interno di un’isola, quindi il first life communicator funziona unicamente sulle isole di Telecom Italia. E’ ancorato a un luogo e non a una persona. Se è così non si tratta di un telefonino, ma di una cabina telefonica: prevedo che non funzionerà proprio come quelle che sono rimaste nella real life 😉

Nota. A pagina 5 di Nova 24 di oggi ci sono altri due interessanti articoli di Federico Ferrazza e Luca Tremolada, che insieme al mio, disegnano un bel quadro critico di Second Life.

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