Nic Brisbourne (The Equity Kicker) propone alcune interessanti considerazioni sull’uso di Twitter e più in generale del microblogging nelle aziende (Musings on micro-blogging). Dice il venture capital londinese: “uso Twitter da un paio di mesi e aggiorno lo status di Facebook abbastanza frequentemente. Lo trovo utile per avere un’idea di quello che fanno le persone, di quali siano i loro interessi e di come la pensino”.
Poiché le persone imparano molto guardando quello che fanno gli altri, nelle aziende il microblogging può diventare uno strumento di gestione della conoscenza: è possibile guardare a quello che fanno gli altri colleghi senza intromettersi ed è possibile farlo con maggiore o minore attenzione in funzione del tempo o dell’interesse.
Le aziende sono abituato a codificare molta conoscenza, ma hanno bisogno di farla diventare documento in modo da poterla gestire con dei sistemi di knowledge management. Purtroppo, però, in questo modo si perde moltissimo know-how che non finirà mai in un documento strutturato: queste informazioni – oggi – si trovano disperse nelle ingolfatissime caselle di posta elettronica di dipendenti che non hanno strumenti per farle emergere dalle tante comunicazioni inutili che sono costretti a subire.
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