Attorno al progetto 10domande sono nate alcune conversazioni interessanti. Per esempio:
Monik: “Secondo i blogger i problemi dell’Italia sono la libertà della rete, la democrazia digitale, tecnologia e saggezza. Con buona pace dei quattro morti quotidiani sul posto di lavoro, delle famiglie che non arrivano alla fine del mese, delle vittime di delinquenti che non si fanno mezza giornata di galera.â€
Sir Drake: Quello che non mi ha convinto sono alcuni temi proposti dai blogger, o “cittadini digitali” come si è definito qualcuno: democrazia digitale; tecnologia e saggezza; burocrazia digitale; economia digitale; scuola giovani e digitale. E’ questo che la rete chiede al prossimo Governo?
Leggete anche i commenti ai rispettivi post. Una possibile risposta a queste osservazioni: è vero, ci sono sicuramente temi più urgenti o di maggiore attualità , ma sono proprio quelli affrontati nelle innumerevoli tribune televisive. Il senso di un progetto come 10domande potrebbe essere anche quello di far emergere questioni su cui normalmente si sorvola.
Negli ultimi giorni, sono cresciute comunque le domande che non riguardano la rete: così Livia ha chiesto delle coppie di fatto, Rossella della legge 194, Patrizia della detraibilità per le spese legate ai bambini piccoli. Inoltre, Alessio propone di evitare discorsi sulla moralità che gli sembrano fuori luogo, Luca propone di estendere l’articolo 34 della costituzione anche alle scuole dell’infanzia. Ritorna alla tecnologia David Orban che propone una domanda sulla trasparenza amministrativa e una sulla tecnologia (quest’ultima, registrata direttamente da dentro Second Life).
10domande è arrivato a 30 quesiti e personalmente sono molto contento, soprattutto se paragoniamo il risultato con 10questions, che ha raggiunto 232 video: considerando la popolazione dei rispettivi paesi, i numeri sono confrontabili e abbiamo ancora una settimana per crescere ancora.
Invece, sto invece cercando di capire perché i voti crescono molto lentamente: siamo infatti solamente a poco meno di 1.700 voti espressi. E’ importante partecipare anche votando, perché è il voto che fa emergere le domande migliori, come in tutti i sistemi sociali 🙂
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5 Responses
sono d’accordo col benaltrismo di monick. e condivido pure il pensiero di alfredo (sirdrake). secondo il mio modesto avviso, in italia andrebbero prima risolti i problemi strutturali. insomma mettere tutti nella condizione di accedere alla rete. poi casomai passare alla normativa e modifiche varie.
Caro Nicola, mi fa piacere che tu abbia apprezzato le osservazioni di Monica e mie che, come già sottolineato, non intendevano minimamente mettere in discussione la validità della vostra iniziativa.
Anzi, continuo a credere che “10 domande” sia uno dei pochi esperimenti di interazione tra l’informazione “tradizionale” e la rete.
Mi voglio anche illudere che dopo le nostre osservazioni, siano arrivate anche domande su temi di interesse generale, alcune delle quali – come era nelle vostre intenzioni – vanno anche oltre i soliti temi affrontati nei dibattiti televisivi.
Se me ne viene in mente una intelligente provvederò a metterla on-line!
Bravi!
Ciao Nicola,
una risposta al problema dei pochi voti potrebbe essere il sistema di controllo, che impedisce votazioni ravvicinate dallo stesso indirizzo IP (penalizzando chi sta dietro proxy, come molte aziende e università ). Il problema è stato segnalato in un post di Gigi Cogo, che ti segnalo: http://webeconoscenza.blogspot.com/2008/03/10-domande-ai-candidati-premier-delle.html
Nicola, dopo un po’ di giorni mi sono arreso.
L’idea è buona. Il sistema (tecnologico) che la sostiene una schifezza assoluta.
Ne ho scritto un post:
http://webeconoscenza.blogspot.com/2008/03/10-domande-ai-candidati-premier-delle.html
Secondo me hanno fatto un aCALDEROLATA e si è perso il valore dell’iniziativa. Purtroppo direi anche “falsato”.
Ciao
Per continuità e per coerenza.
Ti ho risposto sul mio blog, ma lo faccio anche qui: “repetita juvant”.
L’iniziativa è lodevolissima e proprio per questo sono “incazzato”.
Ho fatto vedere il video a 3000 dipendenti e ci hanno creduto. Hanno visto un momento di partecipazione “possibile”. Fuori dal pantano schifoso in cui la PA è finita. Volevano alzare la testa e votarmi.
Per far sentire che non siamo morti, che abbiamo uno scatto d’orgoglio.
Poi, anche i miei amici twitteri mi hanno scritto “Gigi, non si può votare, troppe votazioni a quel video”.
Capisci che per problemi tecnici si perde il valore della bellissima iniziativa?
Per questo diventa una calderolata, diventa falasa, non esprime il valore reale che può esprimere.
Un abbraccio