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Fondazione Daje: due pensierini e un appello

E’ stata una serata divertente animata Diego e dal prof. Sofi in veste di spalla (tipo Totò e Peppino). E’ stata anche una serata interessante perché abbiamo visto degli inediti che meriterebbero di essere pubblicati. Seduto sul divanetto dei diversamente ggiovani mi sono venuti dei pensierini:

Primo pensierino
La Fodazione Daje ha senso in quanto parodia delle tante fondazioni che aggregano denari e potere attorno a uomini politici. Una fondazione dal basso, infatti, è un ossimoro, perché le fondazioni sono per definizione enti verticistici, chiusi e basati su un patrimonio. Se si vuole far partecipare la gente si fa un’associazione.

Secondo pensierino
Secondo me non c’è bisogno di fare un programma o di prendere delle posizioni su temi specifici. Sarebbe, invece, il caso di parlare di metodo, ossia di come agevolare la partecipazione delle persone, di come ficcare la politica nella fanga. La mia personale idea è che occorra ricostruire degli spazi pubblici di discussione, perché questi spazi oggi sono negati dai media di massa, che agiscono come sistema di propaganda della politica invece di svolgere il ruolo di quarto potere. Insomma, occorre far emergere un quinto potere e l’unico modo che mi viene in mente è attraverso i media sociali.

Un appello
Il terzo pensierino è un appello: Diego, pubblica il video della visita di Veltroni e Rutelli al mercato, pliiis 🙂 La scena è la seguente: arriva Rutelli con il codazzo di telecamere e giornalisti dattilografi e si crea subito un imprevisto. Una signora malata di tumore con tanto di mascherina si para davanti al candidato e comincia a raccontare le sue disgrazie. Rutelli la ascolta a malapena, ma non può far finta di niente e allora chiama il fido scudiero e gli dice: “Fabrizio, segna!”. Fabrizio scrive sul taccuino e il pupone scappa dal mercato per togliersi dalla situazione imbarazzante. Ogni volta che qualcuno si avvicina, Rutelli richiama il suo Sancho Panza: “Fabrizio, segna!”
Una sintesi perfetta del rapporto tra il politico e il popolo: da un lato l’elettore che chiede solo ed esclusivamente cose che lo riguardano personalmente; da un lato il politico che segna. Non si discute di nulla.
Ma il video è anche una sintesi perfetta del rapporto tra politica e informazione: si va al mercato non perché è importante andare in mezzo alle persone, ma per farsi riprendere da telecamere e dare l’opportunità a qualche dattilografo travestito da giornalista di scrivere un pezzo compiacente.

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