Terza puntata dei miei appunti sull’economia dei media. Nelle prime due ho parlato della supply chain dei media tradizionali e del sistema di contenuti che possono occupare il tempo che le persone dedicano all’informazione e all’intrattenimento. In merito a quest’ultimo punto vale la pena aggiungere un paio di considerazioni.
La prima riguarda l’informazione politica: non è passato inosservato il fatto che Barack Obama stia bypassando i media tradizionali rivolgendosi agli elettori direttamente sia con messaggi video che con email a chi ne ha sostenuto la campagna elettorale. Non entro nella discussione sul confine tra propaganda e informazione e sugli effetti che questa disintermediazione possa avere sulla formazione dell’opinione pubblica. In questa sede mi preme sottolineare che gli spazi più pregiati dei media (la prima pagina di un quotidiano, il telegiornale) sono occupati in gran parte dall’informazione politica e che quest’ultima – oltre ad avere un valore civile – ha anche un valore economico. Infatti, da un lato, essa rappresenta un contenuto in grado di catturare l’attenzione dell’audience e, dall’altro, il modo in cui viene confezionata e trasmessa influenza l’andamento della stessa economia.
Disintermediare l’informazione politica ha effetti rilevanti sia su un piano micro-economico che macro-economico.
La seconda considerazione riguarda il multitasking: soprattutto i più giovani (i cosiddetti nativi digitali) difficilmente usano un solo medium alla volta. Guardano la televisione, mentre chattano con il computer, oppure ascoltano della musica mentre spediscono un sms e così di seguito. Io stesso, che ormai tanto giovane non sono, difficilmente guardo la televisione e basta: come minimo ho tra le mani il cellulare e do un’occhiata all’aggregatore o leggo la posta elettronica, salvo che non ci sia un film che riesce a monopolizzare la mia attenzione.
Inoltre, è completamente cambiata la socialità nella fruizione dei prodotti mediali. Se, fino a ieri, tutta la famiglia si sedeva sul divano per guardare il varietà della sera. Oggi, è molto più interessante condividere la visione con i propri amici via Internet: è accaduto, per esempio, in occasione della cerimonia di insediamento di Barack Obama quando Cnn e Facebook hanno unito le forze affiancando i due servizi:
Un esperimento che avrebbe potuto fare anche Microsoft con Messenger Tv, che permette di guardare la televisione commentando quello che si vede via instant messaging.
2 Responses
Ma Microsoft funziona anche in Italia?
Un giorno di questi dovremmo provare a realizzare una visione ‘condivisa’ di un programma tv.
Che ne dici, Nicola?
Per “Microsoft” intendevo “MSN Messenger Tv”. Scusa per l’errore.