In questi ultimi tempi stiamo assistendo al tentativo di aziende che vendono suonerie per cellulari (spesso e volentieri con meccanismi più o meno ingannevoli) di affacciarsi al mondo dei social network. A quanto pare il ricco business delle suonerie non ha un grande futuro e quindi occorre darsi da fare per trovare delle alternative.
Buongiorno ci sta provando con Blinko, che oggi viene presentato al Social Networking Forum. David Casalini ha tutta la mia simpatia per il suo progetto e anche il suo capo, Mauro Del Rio, con cui ho avuto il piacere di prendere insieme un caffè a Parma.
Dada ha creato uno store per acquistare musica con annessa community (molto caotico a dire il vero). Serena e Chiarula hanno tutta la mia simpatia, Barberis un po’ di meno perché non è un tipo molto socievole 😉
Zero9 ha optato per il microblogging con BeeMood. MargotMood ha tutta la mia simpatia, i suoi capi mi stanno sinceramente antipatici (e non credo di essere l’unico).
In tutti e tre i casi non sono molto convinto dell’esito per due motivi: il primo risiede nella cultura di queste aziende che sono abituate a vendite di impulso, usando dei meccanismi di lock-in spesso molto molto discutibili. Quello dei social network è un altro business. Aziende come Microsoft ci mostrano quanto sia difficile cambiare attività quanto le persone che hai in azienda sono abituate a fare altro: non è un caso che – nonostante le risorse economiche e i numeri di Live – i prodotti di social networkin dell’azienda di Redmond non eccitino nessuno e tutti parlino di Facebook e Twitter.
Il secondo motivo, invece, riguarda il fatto che non è affatto detto che esista un mercato per social network specializzati nel mobile. L’accesso via cellulare, sarà , con tutta probabilità , uno dei possibili canali.
Voi cosa ne pensate? Lasciate un commento dopo il bip 😉
6 Responses
Infatti, se avessi uno smartphone con tastiera qwerty e un abbonamento dati flat su rete mobile mi limiterei ad accedere a social network in cui sono già utente, usando il tradizionale browser o al massimo un’applicazione dedicata stand-alone.
Non sarei miminamente attratto dall’idea di un’altra comunità – l’ennesima – a cui dovermi iscrivere.
Qualcuno comprerebbe davvero una suoneria se sapesse chiaro il prezzo e tutto il meccanismo che ci innesca una volta attivata? Molto spesso i ragazzini non sanno neanche cosa cliccano. Diciamolo chiaramente che sono business basati sulla non chiarezza (non dico altro…). Altrimenti non starebbero in piedi. Quindi si spiega anche la poca simpatia dei titolari. Uno tutti i giorni si alza e si guarda allo specchio e dice…dai andiamo a vedere a quanti ragazzini oggi riesco a scucire un bel po’ di euro. Ci vuole un bel pelo sullo stomaco no?
Ciao Nicola, grazie per la simpatia (reciproca fra l’altro).
Ti comunico però che non lavoro più per Zero9/BeeMood da luglio dell’anno scorso. 🙂
Adesso oltre a scrovere qui e lì sto creando un paio di applicazioni per iPhone, ma non sono né social network né sistemi di microblogging giuro! 😉
Se ti interessa qui trovi una delle due http://www.fingercookbook.com
Speriamo di rincontrarci presto 🙂
ciao Nik, rispondo con molto ritardo, ma ci tenevo a farlo solo per ricordarti che ben prima delle suonerie Dada e Paolo hanno sempre presidiato le primitive di internet (all’inizio dando connettività e poi fornendo servizio di domini&hosting) e il mondo dei social network. Non mi dire che SuperEva non ti dice nulla 😉
Questo per dire che il mondo dei social network non è qualcosa “che ci siamo improvvisati” ma una cosa che ci appartiene praticamente da sempre.
Sicuramente per poter sostenere un business e un’azienda con tante persone le società devono essere capaci di muoversi velocemente e senza paura di cambiare rotta.
😉 questa la mia idea! cia’
Ciao Chiara, certo che SuperEva mi dice. Però mi sembra di poter dire che il business vero, Dada l’ha fatto con le suonerie, non con il social network. Almeno questa è la mia percezione: ovviamente se mi dai un po’ di dati su cui posso fare qualche altra riflessione sull’argomento, sono più che contento 🙂 Baci. Nicola
No, forse il business delle suonerie è stato quello che ha fatto più rumore e quando mi chiedo perché mi vengono due risposte su cui ragionare: da una parte è stato un business “potente” che ha portato tantissimi soldi (creando vere e proprie multinazionali partite proprio qui in Italia) dall’altra è stato un settore sempre osteggiato dalla blogsfera e dalla stampa (che ha sempre gridato alla truffa non potendo neppure concepire che le persone veramente cercassero l’intrattenimento su mobile).
Ma Dada è una internet company che ha seguito la crescita dell’Internet stesso e che oggi cerca di muoversi verso settori diversi, internet cambia non vedo perché le società dovrebbero fossilizzarsi ;))
Quanto ai dati il nostro revenue mix è all’incirca 50% net (quindi la music community Dada.it per capirci) e 50% pro ovvero tutti i servizi legati a D&H e adv online (non so se conosci Simply.com, che abbiamo lanciato poco tempo fa) non solo in Italia ma soprattutto in Europa. Quindi il social net è una parte del business ma non il solo
baci a te, spero di essere stata chiara anche nelle parole 😉
(ho anche un captcha facile wow)