Nonick è una conferenza internazionale su video e il web che si tiene a Bilbao nella sede della televisione basca ed è organizzata da eitb.com e Spri, in collaborazione con Alianzo. La conferenza è anche un contenitore per due altri eventi: Startup 2.0, una competizione di startup, e Euroblog, una gara tra i migliori blog europei.
Propongo qualche appunto sulle cose che ho imparato. Sellaband è un interessante iniziativa di talent scouting. Un cantante o una band che vuole produrre il primo album (divertente il fatto che online si parli ancora di un format fisico) lancia una raccolta di fondi tra i suoi fan: ogni fan può decidere di investire un minimo di 10 dollari. L’obiettivo è raccogliere 50.000 dollari, che serviranno a produrre il Cd professionalmente. Una volta prodotto, il Cd viene immesso sul mercato e può essere acquistato sia in forma fisica che digitalmente: il fan che ha investito nell’artista prende il 50% dei ricavi per cinque anni. Il meccanismo è interessante e credo che il suo valore risieda, non tanto nello scambio economico tra fan e artista, quanto nell’impegno che il fan assume verso il proprio beniamino e che è simboleggiato dalla somma investita. Il modello di business, inoltra, funziona: il fondatore di Sellaband, Pim Betist, dichiara che finora hanno prodotto alcune decine di album e hanno raccolto 3 milioni di dollair dai fan: considerando che – fin quando ogni singola band non raggiunge i 50.000 euro – quei soldi stanno su un conto corrente dell’azienda, è una notevole liquidità e un bel po’ di interessi con i quali finanziare le attività .
Una seconda start-up che mi sembra molto promettente è l’israeliana Iamnews, un servizio rivolto a editori e giornalisti professionisti che permette di creare una redazione distribuita: l’idea è che le testate usino il sistema come meccanismo complementare alla redazione permanente per assoldare freelance in grado di coprire aree e temi specifici. Nir Ofir, il fondatore di Iamnews è stato anche fondatore di BlogTv, un progetto partito prima di Ustream, partito con un’impennata dovuta al fatto che era abbinato con una trasmissione televisiva, ma che è rimasto indietro perché non sono riusciti a creare sufficiente attenzione. Nir sostiene che sono rimasti molto penalizzati dal fatto di essere in Israele e quindi di non aver fatto operazioni di comunicazione come andar alle grandi conferenze americane per produrre il reportage dell’evento. Potrebbe essere una conferma del fatto che è, pur vero che si può fare una startup ovunque nel mondo, ma è altrettanto vero che esiste una popolazione di innovatori e early adopter che deve essere raggiunta e il modo migliore per farlo e sempre quello di parlarci vis-a-vis 🙂
Una nota merita l’organizzazione della conferenza, che è stata impeccabile. Bella la location nella sede della televisione basca, ottimo il cibo (ovviamente a base di tapas), cordialissimo e ospitalissimi gli organizzatori, tra cui Jose del Moral – fondatore di Alianzo – che mi ha invitato a far parte della giuria di Start Up 2.0. Ma questa è un’altra storia e merita un altro post…