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La longevità dei social network

Oggi, Nova24 pubblica un mio breve articolo che parla del rapporto tra le metafore offerte dai social network e la loro longevità. Si tratta di riflessioni che nascono dalle chiacchiere che sto facendo in questo periodo con Davide Bennato. Eccolo, per chi si fosse perso il cartaceo (corredato di link):

Una delle cose che colpisce di più dei siti di social networking è la velocità con cui si affermano e cadono in declino, tanto che è legittimo chiedersi se esistano degli indicatori che aiutino a valutarne la “speranza di vita”. Alcune piattaforme, infatti, sembrano essere più longeve e resistenti ai cambianti di altre: Linkedin e MySpace, per esempio, sono nate entrambe a metà del 2003. Eppure, mentre Linkedin continua a crescere e affermarsi, tanto che a intervalli regolari si parla di una sua quotazione in borsa, MySpace ha recentemente annunciato che sta per licenziare un quarto dei dipendenti. Analogamente, i siti che hanno aperto la strada alle reti sociali online, come Friendster, sono ormai sconosciuti ai più, mentre Facebook e Twitter continuano la loro inarrestabile ascesa.
La questione della longevità dei siti di social networking non è di secondaria importanza, giacché un’azienda che viene valutata cifre che superano il miliardo di dollari dovrebbe dimostrare non solo di poter produrre un fatturato compatibile con la scommessa che stanno facendo i venture capital, ma anche di avere un modello sostenibile nel tempo.
Il tema della longevità può essere affrontato da molti punti di vista, tra cui quello dell’analisi sociologica. Danah Boyd, social media researcher di Microsoft, sostiene che un sito di social networking è tale quando gli utenti possono: a) costruire un profilo pubblico e semi-pubblico attraverso cui instaurare relazioni; b) usare la piattaforma per articolare liste di contatti con cui condividere una connessione; c) condividere con altri i propri personali contatti. Queste sono le funzionalità di base di una qualsiasi piattaforma di social networking, ma non bastano: infatti, ciò che distingue una piattaforma dall’altra è la dimensione metaforica.
La metafora fondamentale che giustifica l’esistenza di un sito di social networking è quella di luogo, ossia di uno spazio in cui le persone possono incontrarsi e le cui peculiarità modellano le strategie di relazione sociale tra gli individui. Ogni sito di social networking esprime un particolare tipo di metafora che rimanda a degli specifici spazi sociali: queste caratteristiche aiutano gli utenti a orientarsi all’interno delle numerose possibilità di comunicazione che le piattaforme mettono a disposizione, riuscendo così a guidare nell’uso delle diverse applicazioni (chat, mail interna, messaggistica istantanea e via dicendo).
In questo contesto, la metafora diventa un elemento che aiuta ad analizzare la stabilità di un social network rispetto al tempo. Infatti, come sostiene Davide Bennato dell’Università di Catania: “nel corso della nostra vita, viviamo gli spazi fisici come spazi sociali con determinate caratteristiche. Per esempio, la cameretta è uno spazio in cui l’adolescente costruisce la propria identità, l’ufficio è uno spazio sociale in cui si perfezionano gli elementi relativi all’identità lavorativa e professionale, mentre il caffè è uno spazio sociale in cui costruire e gestire relazioni lungo tutto l’arco della nostra vita.”
Immaginando MySpace come una cameretta, si può sostenere che i limiti di questa metafora permettono di comprendere, almeno in parte, perché il sito non riesce più a far crescere e fidelizzare i propri utenti. Allo stesso tempo, appare più prevedibile la decisa accelerazione nella diffusione del caffè Facebook tra le fasce di età superiori ai 35 anni nonché la stabilità dell’ufficio Linkedin, che sembra essere il social network di gran lunga più promettente in termini di continuità di business.

Ci sarebbe molto da aggiungere, ma avevo a disposizione solo 3.500 battute. Per approfondire un po’ la questione, vi consiglio di investire una ventina di minuti del vostro tempo per guardare questo intervento di Davide:

Network Analysis: Davide Bennato from Club dei Media Sociali on Vimeo.

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