Facebook: esperimenti con i link

Le considerazioni di Jackob Nielsen sull’usabilità dei tweet, mi hanno sollecitato qualche riflessione su come portare un contenuto da un medium all’altro. Premetto che, in linea di principio, sono contrario a far rimbalzare tout-court i contenuti da un social network all’altro, perché questa strada non tiene in alcun conto delle peculiarità dei singoli strumenti (e qui ci sarebbe da citare il sempre verde McLuhan).
Il discorso di Nielsen riguarda Twitter ed è condivisibilissimo: l’eliminazione di qualsiasi parola non necessaria a comunicare il messaggio è una pratica che dovrebbe essere estesa anche oltre il microblogging 😉 Su questo tema non aggiungo altro.

Prendiamo, invece, in considerazione un altro esempio illustrato in questa immagine:

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Si tratta della bacheca del mio profilo pubblico, dove di tanto in tanto faccio degli esperimenti. La bacheca di Facebook è molto più strutturata di Twitter e formatta il contenuto; in questo senso è possibile pubblicare un semplice testo (completo di link), un link, un evento, una foto o un video (tratti dal vostro archivio di contenuti che condividete tramite lo stesso Facebook). Descrivo l’immagine partendo dal basso (ossia dallo status più vecchio):

  1. Ho riportato il link a un post del mio blog che parla del RomagnaCamp. Nel corpo del messaggio ho scritto “/ Bookmark” e poi ho aggiunto la Url. Facebook si è preoccupato di recuperare il titolo e i primi 160 caratteri (circa).
  2. Ho scritto il testo nel corpo del messaggio e aggiunto manualmente il link breve.
  3. Ho aggiunto un breve sommario di 160 caratteri in testa al post in modo da controllare il contenuto che viene preso automaticamente da Facebook.

Prendiamo in considerazione i due messaggi che riguardano il RomagnaCamp. Quale dei due è preferibile? La risposta, ovviamente, è: dipende. Se volete segnalare un contenuto e quindi state pubblicando un bookmark allora l’esempio 3 è probabilmente preferibile perché è più strutturato e leggibile (ovviamente è meglio se riuscite a controllare anche il testo che viene recuperato in automatico da Facebook come nell’esempio 1). Se invece, volete invitare a un’azione che non sia solamente visitare una pagina che avete segnalato, allora credo che sia meglio lavorare un po’ di più sul testo e optare per la soluzione 2.

L’immagine seguente, infine, mostra un link in cui abbiamo fatto due cose: a) abbiamo inserito il sommario in testa al post; b) abbiamo aggiunto una fotografia. Questo secondo accorgimento dovrebbe rendere più visibile la segnalazione nel news stream dei fan.

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Un’ultima breve nota (su questo argomento tornerò in seguito). Quando si pubblica nella bacheca di un profilo pubblico, i contenuti appaiono automaticamente nelle homapage di tutti gli utenti, quindi il risultato finale di cui dobbiamo preoccuparci è il seguente:

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Questa immagine mostra come appare il link che ho pubblicato nel mio profilo pubblico, quando lo guardo dalla mia homepage di Facebook. E’ un contenuto inserito in uno stream molto eterogeneo di cose, in cui molte persone stanno segnalando video, immagini e tante altre cose. Insomma, è un messaggio immerso nel rumore, tanto rumore. E allo stesso tempo, è un contenuto effimero: dura pochissimo ed è destinato a scendere velocemente verso il fondo della pagina scomparendo in meno che non si dica.

Diciamoci la verità: Facebook dal punto di vista della comunicazione è semplicemente un incubo venuto a molestare i sogni di noi poveri relatori pubblici. La stessa idea di fare comunicazione inserendosi nello flusso di chiacchiere delle persone è mooooolto discutibile.

4 Responses

  1. Riflettevo oggi su quale fossero le fortuite (?) coincidenze che un contenuto debba avere per emergere dai flussi del real-time web: essere inviato al momento giusto (non in un “ora di punta” né nel deserto di notti e festivi), essere intercettato da un “hub” di Rete che lo degna di un “Like”, di un commento o di un rilancio, essere “ingrassato” da altri cenni di interesse ecc…

    Comunque fino a questo momento il miglior sistema di cattura e ridistribuzione di contenuti trovo sia quello di Tumblr, che permette di selezionare le parti di testo, oltre a selezionare automaticamente link, foto, video, chat; in più vi è la possibilità di commentare, taggare, datare, personalizzare l’URL del contenuto.

  2. “La stessa idea di fare comunicazione inserendosi nello flusso di chiacchiere delle persone è mooooolto discutibile.” vuoi creare il panico tra i social media consultant? 😀

  3. @federico “Riflettevo oggi su quale fossero le fortuite (?) coincidenze che un contenuto debba avere per emergere dai flussi del real-time web: essere inviato al momento giusto (non in un “ora di punta” né nel deserto di notti e festivi), essere intercettato da un “hub” di Rete che lo degna di un “Like”, di un commento o di un rilancio, essere “ingrassato” da altri cenni di interesse ecc…”
    non è esattamente quello che definivamo come “perdita del controllo”?