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Raiperunanotte e la distribuzione dei contenuti televisivi

Mi sembra che Raiperunanotte segni un passaggio importante nelle dinamiche di distribuzione degli eventi raccontati dalla televisione, perché mostra che è possibile confezionare un evento importante e utilizzare un gran numero di canali per distribuirlo: molte piccole televisioni locali, il satellite, il web, le piazze.
Se guardiamo a questa esperienza dalla parte di chi produce l’evento, aumenta la sua capacità di contrattazione nei confronti di chi gestisce l’infrastruttura di distribuzione: se si è sufficientemente forti come Santoro forse si può fare anche a meno della Rai e si può fare syndacation dei proprio contenuto con tanti piccoli editori che, immagino, sarebbero ben felici di accogliere una trasmissione come Annozero nel proprio palinsesto.
Se, invece, assumiamo il punto di vista dello spettatore, occorre notare che, cambiando le dinamiche di distribuzione, cambia anche l’esperienza. Normalmente, quando immaginiamo l’audience televisiva, pensiamo alla famigliola seduta sul divano che si sorbisce in silenzio lo spettacolo. Un’immagine molto diversa da quella che ci evoca la considerazione dei diversi canali utilizzati da Raiperunanotte ieri sera. Alla modalità “couch potato“, infatti, si aggiungono tante comunità che guardano, interagiscono e partecipano. Basta pensare al numero enorme di tweet che sono stati prodotti nel giro di poche ore per commentare la trasmissione: sarebbe stato bello se Santoro & Co. avessero pensato di raccogliere queste informazioni portandole in trasmissione, anche solo come infografica.

Su questo argomento vedi anche:
Giovanni Boccia Artieri, Rai per una notte: era o non era TV?