Ho iniziato a leggere Un viaggio di Tony Blair: ci metterò un po’ perché il libro è lungo e quindi alternerò la lettura con altri volumi. Di tanto in tanto citerò dei brani che mi sembrano interessanti. Parto da un passaggio dal primo capitolo che ho appena terminato:
Ciò che davvero mio padre mi insegnò, e a sua insaputa, fu il motivo per cui le persone come lui diventavano conservatori. Era stato povero. Era della classe operaia. Voleva diventare un borghese. Aveva lavorato, contato sulle proprie forze, ce l’aveva fatta e voleva che i suoi figli andassero più lontano di lui. Come molti della sua generazione, papà pensava che la conseguenza diretta dei suoi sforzi e della sua ambizione fosse diventare un conservatore. In un certo senso era vero, faceva parte del pacchetto. Avevi successo? Eri un Tory: due facce della stessa medaglia. Divenne una mia personale missione politica smantellare questo luogo comune e rimpiazzarlo con un atteggiamento nuovo. Se sei solidale, se ti preoccupi dei meno fortunati di te, se credi nella società quanto nell’individuo, allora puoi essere laburista. Puoi considerarti «arrivato» e provare empatia per gli altri; puoi essere ambizioso e contemporaneamente solidale, essere progressista e al contempo sostenere la meritocrazia. Non si tratta di sentimenti antitetici che faticano a convivere. Sono vie verso il progresso percorribile insieme e sono risposte alle esigenze reali, non utopiche, della natura umana.