I politici di altri paesi considerano il proprio mandato a tempo, soprattutto se si tratta della leadership di un partito o di un paese. Per esempio, Tony Blair nella sua autobiografia scrive più volte che era perfettamente consapevole che il ruolo alla guida della Gran Bretagna non sarebbe potuto durare più di due mandati e che dopo avrebbe dovuto fare altro, qualcosa di completamente diverso. In questo passaggio, le ragioni della politica si incontrano con quelle personali:
Nessuno crede mai a un politico quando lo dice, eppure non ho mai avuto la smania di diventare primo ministro, né di rimanerlo a lungo. E’ la pura verità . Non voglio dire che mi mancasse l’ambizione, anzi ne avevo tanta: mi mancava il coraggio. Sapevo che sarebbe stato brutale e violento e che avrei potuto finire in una valle di lacrime.
Quando tempo dopo mi fermai a riflettere durante la pausa estiva […] pensai al futuro. Meditai di sollevarmi dall’incarico, di allontanarmi mantenendo intatta la mia reputazione e la mia dignità dopo aver servito due mandati, passando il testimone a Gordon [Brown] per tornare a essere libero, libero dall’ansia, dalla responsabilità , dall’idea di vivere costantemente sul filo del rasoio dove ogni scivolone può anche ridurti in pezzi. Pensavo a quanto sarebbe stato bello andarmene, ancora giovane, da poco passati i cinquanta, ancora ben visto in una nazione amichevole. Avrei guidato il Paese, ovviamente, al meglio delle mie capacità . Non avrei scansato le decisioni difficili, ma pregavo che non fossero quelle che possono far perdere tutto e portare al fallimento e all’umiliazione. Bisognava andarsene prima che la gente smettesse di ascoltare e di apprezzare, prima che iniziasse a provare disgusto. Quella era mia speranza.