Tony Blair, Un viaggio (3)

I politici di altri paesi considerano il proprio mandato a tempo, soprattutto se si tratta della leadership di un partito o di un paese. Per esempio, Tony Blair nella sua autobiografia scrive più volte che era perfettamente consapevole che il ruolo alla guida della Gran Bretagna non sarebbe potuto durare più di due mandati e che dopo avrebbe dovuto fare altro, qualcosa di completamente diverso. In questo passaggio, le ragioni della politica si incontrano con quelle personali:

Nessuno crede mai a un politico quando lo dice, eppure non ho mai avuto la smania di diventare primo ministro, né di rimanerlo a lungo. E’ la pura verità. Non voglio dire che mi mancasse l’ambizione, anzi ne avevo tanta: mi mancava il coraggio. Sapevo che sarebbe stato brutale e violento e che avrei potuto finire in una valle di lacrime.
Quando tempo dopo mi fermai a riflettere durante la pausa estiva […] pensai al futuro. Meditai di sollevarmi dall’incarico, di allontanarmi mantenendo intatta la mia reputazione e la mia dignità dopo aver servito due mandati, passando il testimone a Gordon [Brown] per tornare a essere libero, libero dall’ansia, dalla responsabilità, dall’idea di vivere costantemente sul filo del rasoio dove ogni scivolone può anche ridurti in pezzi. Pensavo a quanto sarebbe stato bello andarmene, ancora giovane, da poco passati i cinquanta, ancora ben visto in una nazione amichevole. Avrei guidato il Paese, ovviamente, al meglio delle mie capacità. Non avrei scansato le decisioni difficili, ma pregavo che non fossero quelle che possono far perdere tutto e portare al fallimento e all’umiliazione. Bisognava andarsene prima che la gente smettesse di ascoltare e di apprezzare, prima che iniziasse a provare disgusto. Quella era mia speranza.