Approfitto della pausa pranzo per prendere un paio di appunti su Prossima fermata Italia, evento organizzato da Matteo Renzi e Pippo Civati a Firenze e che di fatto sancisce la nascita di un movimento progressista contemporaneo anche in Italia.
L’evento è organizzato veramente molto bene in uno scenario suggestivo (la Stazione Leopolda) e la sala è gremita, con tantissime persone venute da fuori. Sul palco si susseguono interventi di 5 minuti intervallati da video presi da YouTube: una trovata molto intelligente che da ritmo alla manifestazione e strappa una risata ogni tanto. Abbiamo visto pezzi da Brancaleone, Non ci resta che piangere, il discorso di Steve Jobs quando ha preso la laurea honoris causa a Stanford, ma anche Holly e Benji e Willy il Coyote.
L’attenzione in sala è alta, la gente sta seduta, ascolta e partecipa. Tutti i posti a sedere sono occupati e c’è gente in piedi lungo i corridoi laterali e in fondo. Si sente che c’è voglia di fare, di prendere parte, di fare delle cose nuove. C’è gente di tutte le età che viene da tutta Italia. I contenuti sono tutti molto buoni. Sono saliti sul palco molti amministratori locali che hanno raccontato le proprie buone pratiche lamentando (fin troppo blandamente) il senso di distacco dall’apparato di partito che spesso e volentieri rema contro di loro. Le critiche alla direzione nazionale ci sono, ma sono blande e circostanziate, su comportamenti specifici. Personalmente non ho sentito nessuno sparare a zero in modo indifferenziato.
Spero che tutti i video saranno messi online perché mi piacerebbe rivederne e commentarne alcuni. Come quello dell’insegnante palermitana che ha parlato prima di me raccontando la sua esperienza in una scuola in un quartiere disagiato della città; oppure il ragazzo che fa il dottorando a Londra che ha ricordato che alcune cose si potrebbero fare semplicemente imparando da quello che altri partiti progressisti fanno con successo in altri paesi del mondo; o i ricercatori che hanno avanzato delle proposte per assicurare che la carriera universitaria si faccia per merito e non per anzianità o appartenenza a correnti.
Ho fatto il mio intervento parlando di trasparenza e open government e mi sono anche emozionato perché in sala c’era veramente tanta gente. Senza considerare il fatto che prima di farmi parlare, Matteo ha lanciato la clip del film l’attimo fuggente dove i ragazzi salgono sui banchi e salutano il professore appena cacciato al grido di «O capitano! Mio capitano». E’ un passaggio talmente commovente che la gente si è alzata in piedi ad applaudire… e poi c’ero io a parlar di open data 😀
La manifestazione continua nel pomeriggio ed è in diretta streaming sul sito di Prossima Italia: