Oggi sono rimasto allo Smau solo fino alle 15:00: c’è sciopero dei treni e quindi ho preferito andare in stazione presto e prendere il primo treno utile in partenza per Roma.
Ho trascorso la mattina rispondendo a domande e facendo schemini sulla lavagna a fogli mobili per spiegare il funzionamento di Hoobee e la filosofia del servizio. Le persone che passano dallo stand hanno le motivazioni più varie: piccole società di informativa che stanno cercando prodotti da rappresentare, altre startup alla ricerca di sinergie, giornalisti svogliatamente alla ricerca di una storia. Insomma, una fiera è coma una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita 😉
Forse, la chiacchierate più stimolante è stata quella con un signore della provincia di Bergamo che ha un negozio di informatica e un negozio di scarpe gestito dalla madre. E si chiedeva come utilizzare Hoobee per migliorare le performance del negozio di scarpe, ridurre gli effetti della stagionalità, incoraggiare i clienti a fare una spesa minima e via dicendo. Si tratta di una case history piccola piccola ma significativa.
Negli ultimi mesi abbiamo iniziato confrontarci con lo sterminato mondo del commercio e delle piccole imprese artigiane. Gli acconciatori funzionano in modo diverso dai ristoratori che funzionano in modo diverso dai negozi di scarpe e via di seguito. E se non fosse già abbastanza complicato, ci sono le differenze che riguardano la posizione del negozio, la città e via di seguito.
Come si fa in un contesto di questo genere a costruire dei programmi di fedeltà che funzionano? Beh, non è affatto facile, perché ogni variabile ha un peso e quello che funziona per un parrucchiere in un quartiere residenziale non non necessariamente produce risultati apprezzabili per un’estetista in una zona periferica.
In altri termini, un sistema di loyalty è molto di più di un software che permette di contabilizzare i punti o bollini in funzione della spesa fatta da un cliente. Per essere veramente di ausilio al commerciante, dovrebbe essere un vero e proprio sistema esperto. Dovrebbe includere delle conoscenza formalizzata in regole che permetta di partire dai dati raccolti per creare e suggerire delle azioni di marketing al negoziante.
Se la guardiamo da questo punto di vista, la sfida di questa startup diventa ancora più divertente. Altro che deal e sconti folli che ammazzano il business 🙂