Legacy Blog

Oggi ho donato 50 euro a Wikipedia

Sabato ho fatto un’apparizione fugace all’assemblea di Wikimedia Italia, l’associazione che promuove i progetti gestiti dalla Wikimedia Foundation e la cultura libera. E’ la prima volta che partecipavo perché un paio di settimane fa ho deciso di diventare socio e di contribuire più attivamente alla promozione di quello che probabilmente è il più importante progetto culturale contemporaneo.
Nelle due ore in cui ho assistito ai lavori, si è discusso quasi esclusivamente di governance dell’associazione e di limature allo statuto. Nel complesso mi sono sembrati dei dettagli di poco conto, ma trovo molto apprezzabile il fatto anche piccoli aggiustamenti che si ritiene possano rendere l’attività associativa più fuida ed efficiente siano oggetto di lunga ed approfondita discussione. E’ così che un’associazione dovrebbe funzionare.

Stamattina, invece, ho fatto la mia donazione di 50 euro alla fondazione, perché ritengo che sia importante che Wikipedia continui a sostenersi con le donazioni invece che con la pubblicità. Come spiega il suo fondatore, Jimmy Wales, l’enciclopedia è un bene comune: «è come una biblioteca o un parco pubblico. E’ come un tempio per la mente. E’ un posto dove tutti possiamo andare a pensare, imparare e condividere la nostra conoscenza con gli altri».

Ogni anno, quando arriva il tempo della campagna di raccolta fondi, c’è qualche sapientino che critica gli appelli che appaiono in cima ad ogni pagina dell’enciclopedia, generalmente per ridicoli motivi estetici: pare che la fotografia di Wales non piaccia molto e che il testo dell’appello risulti per alcuni non adeguato. La soluzione proposta? Che Wikipedia metta la pubblicità nelle pagine e la finisca di importunarci con queste fastidiose richieste.

E invece no. Ha perfettamente ragione Wales: la pubblicità su Wikipedia non c’entra nulla per tanti motivi. Il più importante, dal mio punto di vista, è che si consegnerebbe il destino della fondazione nelle mani di una concessionaria di pubblicità e non c’è motivo di affidare il destino economico di un progetto basato sulla volontarietà, sul dono, la partecipazione e la condivisione a un’azienda privata, che invece è fondata sul profitto, la proprietà l’esclusione.

Le fonti di sostentamento dei progetti di Wikipedia devono essere polverizzate, affinché tutti possano contribuire, ma nessuno possa arrogarsi il diritto di imporre il proprio punto di vista per via del denaro. E’ quello che accade già con i media di massa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Questo semplice ragionamento sfugge ai sapientini del web, che preferiscono soffermarsi su una frase formulata forse in modo un po’ naif o su una fotografia in cui una persona appare con un’espressione un po’ comica (che poi non è una smorfia studiata apposta: è proprio l’espressione con cui Wales viene in ogni fotografia).

Per questo motivo, ho tirato fuori la carta di credito e donato 50 euro. E quest’anno farò anche una cosa ben più importante: contribuirò a Wikipedia attivamente, correggendo e ampliando le voci esistenti. E voi dovreste fare la stessa cosa senza pensarci su due volte 😉

Parlare di salute mentale, serenamente

Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo