E domani per chi voto? Per fortuna ci sono le regionali

Sono giorni che me lo chiedo. Domani per chi voto? Io ho sempre votato a sinistra, dalla prima volta che sono entrato in una cabina elettorale, ma questo giro non riesco a trovare un valido motivo per votare il Partito democratico. Più a sinistra non potrei votare perché sono un socialista liberale e mi riconosco nell’etica che fu di Sandro Pertini o di Riccardo Lombardi o dei fratelli Rosselli. Comunista non lo sono mai stato e mai lo sarò: è una lettura della storia sconfitta dalla stessa storia e un’ipotesi politica che ormai ha perso qualsiasi contatto con la realtà. Quindi è escluso che io possa in qualche modo identificarmi con Vendola e, meno che meno, con Ingroia (anche se quest’ultimo, più che di estrema sinistra, mi sembra solo un esaltato).

Negli ultimi quindici giorni, ho anche accarezzato l’idea di votare per Fare per fermare il declino, di cui condivido molte posizioni pragmatiche sulla necessità di alleggerire la presenza dello Stato, anche perché qui non è più questione di decidere con ragionamenti più o meno raffinati dove debba finire il perimetro della pubblica amministrazione. La sua dimensione in Italia è talmente esorbitante che è innanzitutto necessario procedere a una dieta dimagrante di quelle serie per mere questioni di sopravvivenza. Di Fare ho anche molto apprezzato il fatto di aver messo in piedi un programma dettagliato e documentato: sarebbe stato un perfetto voto di protesta, se non fosse venuto fuori l’affaire Giannino. Come ho scritto altrove, comprendo gli aspetti umani e penso che si debba essere indulgenti con l’uomo (ognuno ha le sue miserie). Ma, allo stesso tempo, ritengo che si debba essere severi con la figura pubblica e con quello che voleva rappresentare: mi sembra inverosimile che nessuno si sia posto il problema di verificare le credenziali del leader, mentre si verificano quelle di tutti gli altri.

Ho quindi deciso che annullerò sia la scheda per la Camera che quella per il Senato. Perché alle elezioni politiche non mi sento rappresentato e non c’è altro da aggiungere. A metà dei candidati che ci sono in lista non affiderei neanche la macchina al parcheggio: figuriamoci un seggio in Parlamento.

Per fortuna che ci sono le regionali, altrimenti questo week end sarebbe stato veramente deprimente (almeno dal punto di vista di cittadino). Qui non ho dubbi, sia sul candidato a governatore (Nicola Zingaretti) che sulla preferenza da esprimere, che va senza esitazione a Carlo Alberto Pratesi. Conosco CAP (come si firma nelle email) da tanti anni e ne ho grande stima, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista professionale. Sono sicuro che, se verrà eletto, farà un ottimo lavoro.