Claudio (Santa Maria di Galeria)

Claudio è un ristorante un po’ fuori mano a Santa Maria di Galeria, vicino Roma: si trova all’interno di un borghetto che si esaurisce in una fila di case attorno a una piazzetta con fontana al centro. L’ambientazione è suggestiva anche d’inverno e fa sperare in un bel ristorante ruspante dove si mangiano piatti semplici, ma basati su materie prime di grande qualità.
Il locale è articolato in un paio di sale molto spartane con tavoli apparecchiati in stile trattoria: tovaglia a scacchi verdi, piatto e bicchieri grossolani, una forchetta e un coltello.
L’antipasto è quasi obbligato: affettati (molto buono il prosciutto), olive e bruschetta. Ci viene servito su dei taglieri di legno da un simpatico signore canuto e con i baffi che declama il menu a voce (personalmente considero l’oralità un’usanza poco apprezzabile in queste circostanze, ma tant’è).
Per primo, le consuete tagliatelle con funghi porcini, gli spaghetti con la carbonara, l’amatriciana e così di seguito. Scelgo le tagliatelle che arrivano un po’ troppo al dente e poco “unte”: appena sufficiente anche per un ristorante così rustico.
Per secondo, l’inevitabile grigliata e il piatto forte del ristorante: il maialino al forno. Lo ordino insieme a patate e porcini arrosto. Buoni i funghi (difficile sbagliare un piatto del genere), mentre la generosa porzione di maiale risulta un po’ secca. Un mio amico prende la tagliata e ne parla bene: in effetti sembra piuttosto succulenta.
Evito il dolce: lo faccio sempre quando la lista inizia con “torta con crema e pinoli” e punto decisamente sul caffè.
La cantina si limita a una decina di vini di media qualità: prendiamo un novello per accompagnare il primo e un Santa Cristina per il secondo.
In sintesi: antipasto misto, tagliatelle con i funghi porcini, maialino al forno, patate e funghi porcini arrosto, caffè e un paio di bottiglie di vino a circa 38 Euro a testa. Mi sembra un po’ caro per il tipo di locale, anche se capisco che i funghi possano aver tirato un po’ su il conto. Esco non particolarmente soddisfatto e do uno sguardo agli adesivi sulla porta: ci sono quelli del Gambero Rosso per il 1998 e il 1999. Antichi fasti!

Claudio
Santa Maria di Galeria (Roma)
http://www.webeco.it/claudio/
Tel. 06.3046001
Chiuso il martedì

4 Responses

  1. Francesca mi chiede informazioni su questo ristorante inviando però un commento a un altro post. Ecco il testo della richiesta:

    Ciao! Scusa se intervengo in questa sede per un altro argomento. Ho letto il racconto del tuo pranzo da “Claudio” a Santa Maria di Galeria (Roma). Ho notato il posto e avevo intenzione di andare a cena: ne vale la pena? Dal tuo racconto mi sembra di no, e comunque sul prezzo mi trovi abbastanza d’accordo. Tu quando ci sei stato di preciso? Non mi è parso di vedere un signore baffuto: che sia cambiata la gestione?
    Scusami e grazie.
    Francesca

    Ed ecco la mia risposta.

    Sono stato da Claudio a Santa Maria di Galeria pochi giorni prima della data del post, ossia alla fine di ottobre 2004 e non saprei dirti se nel frattempo ha cambiato gestione. All’epoca non ne sono rimasto particolarmente soddisfatto, ma nel frattempo possono essere accadute tante cose. Se decidi di andarci, mi farebbe piacere che mi facessi avere le tue impressioni commentando ancora questo post. Ciao. Nicola

  2. Ciao Nicola,
    e grazie mille per la tua sollecita risposta al mio “quesito”. Ti farò conoscere le impressioni non appena andrò a Santa Maria di Galeria. Intanto ti assicuro che, a prescindere dalla trattoria e da ciò che mangerò, mi godrò sicuramente uno splendido tramonto sulla campagna romana!
    A presto.
    Francesca

  3. Allora, eccomi qua. Sono stata da Claudio, sabato scorso.
    Avevi ragione: non è assolutamente un posto che resta nella memoria per un buon pranzo, o come nel mio caso, per una buona cena.
    Ho preso un maialino al forno, con retrogusto di frigorifero. Non era per niente gustoso, tant’è che ne ho lasciato metà nel piatto. Discrete le verdure: io ho preso la cicoria, mentre i miei amici hanno decantato la bontà dei broccoletti.
    Stendo un velo pietoso su un risotto al radicchio, condito più di panna che di altro, ordinato da un amico vegetariano.
    Sui dolci altro velo pietoso: i nomi decantati dal cameriere rimandavano inequivocabilmente a dolci preconfezionati. Non ho preso nulla; i miei amici hanno chiesto gelato con fragole: suppongo che sia l’uno che le altre venissero fuori da chissà quale fabbrica. Mi chiedo: ma costa davvero tanto tempo e fatica preparare un gelato artigianale?! A casa mia se ne occupa addirittura mio fratello, che di solito non si spinge al di là della preparazione di un uovo sodo. Preparare un gelato al fior di latte, al limone o al caffè non è assolutamente complicato. Porca miseria: perché in una trattoria, in aperta campagna, devo mangiare -e pagare- un’anonima palla di gelato di Jessica Gelati (semisconosciuta marca di gelati di Conversano, nel sud-est barese!), con dentro fragole importate da chissà dove?!
    Ed eccoci al conto: 21 euro a cranio. Non abbiamo preso tutti le stesse cose, ragion per cui, forse, il prezzo ci sta. Il maialino, tanto per la cronaca, costa 10 euro.
    Un’ultima considerazione sui gestori. Il tipo che coordinava il tutto, un uomo grassoccio con una barba rasa brizzolata, non risultava per nulla simpatico né ospitale.
    Dimenticavo: sono andata anche al bagno e devo dire che, tutto sommato, era piuttosto puliti (anche se non proprio “nuovo” nell’aspetto). E la pulizia, in un l0cale, non fa mai male.
    Un saluto.
    F.

  4. quella francesca nn si deve permettere di offendere la jessica gelati, ke per altro è una delle più impostanti aziende di surgelatie e gelati italiana.