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Tecnologia e persuasione

Molti tra i siti che frequentiamo si propongono di cambiare i nostri atteggiamenti o i nostri comportamenti: ci informano, ci chiedono di condividerne i messaggi, vogliono avere dati su di noi, sulle nostre abitudini e preferenze, ci suggeriscono acquisti di beni e servizi.
Che ruolo può svolgere un computer (ossia una macchina – non importa quanto complessa – capace di elaborare un input e produrre un output) in un processo persuasivo? Inoltre, in base a quali criteri decidiamo di fidarci di un risultato o di un suggerimento prodotto elettronicamente? O più semplicemente: perché preferiamo acquistare un biglietto aereo sulle pagine di un certo sito piuttosto che su quelle di un altro?
In Tecnologia e persuasione raccolgo e commento i molti contributi di ricercatori, scienziati sociali, esperti di marketing e comunicazione che si occupano a vario titolo di questi temi. Il campo d’azione è vasto e i punti di vista che aiutano a capire le dinamiche del rapporto tra persuasione e tecnologia sono molti e articolati: per questo motivo non seguirò un percorso rigidamente preordinato. Come in una regata, fisserò alcuni punti di riferimento e seguirò la rotta che di volta in volta mi sembra più promettente, sapendo che spesso il vento gira ed è necessario riposizionare il campo. La linea di partenza è comunque rappresentata dalle ricerche del Persuasive Technology Lab della Stanford University e dagli interessanti contributi di B.J. Fogg, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente nel 2003 durante un soggiorno negli Stati Uniti.