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Una nuova categoria di influenti: gli utenti

Howard Rheingold, autore di Smart Mobs, ha recentemente pubblicato un manifesto sull’opportunità di aprire il mondo della telefonia mobile al libero contributo degli utenti per incoraggiare il sorgere o il trasferimento da Internet di movimenti legati ai social software.
Il punto di partenza di Rheingold è molto semplice: la gente è libera di decidere se agire come utente o come consumatore. Gli utenti forgiano i media (è accaduto con i Pc e con Internet) e non si limitano a consumare passivamente quanto viene proposto da pochi, come accadeva nella era del broadcasting e dei monopoli della comunicazione. In questo contesto, gli utenti non sono un semplice target da colpire e da influenzare, ma dei veri e propri partner o, se vogliamo usare il gergo delle relazioni pubbliche, degli influenti: persone che – con la propria attività – possono influire sul raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione.
C’è chi ne è impaurito perché concentra la propria attenzione sul fatto che gli utenti possono esprimere dei giudizi negativi e li chiama detrattori determinati (l’espressione determined detractros è stata usata in un recente articolo del New York Times).
C’è chi ne riconosce il grande potenziale e li chiama customer evangelist (è ancora una volta il New York Times che affronta il lato positivo del fenomeno).
C’è chi cerca di capire opportunità e minacce dell’attivismo degli utenti in Internet e parla di consumer-generated media.
C’è infine chi, come la Media Bloggers Association, tenta di istituzionalizzare e accreditare il ruolo degli utenti. Operazione che mi sembra una contraddizione in termini.

Parlare di salute mentale, serenamente

Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo