L’esperimento di avvicinamento ai consumer generated media degli studenti del master in marketing dell’Accademia di Comunicazione continua tra alti e bassi.
Khabibi ci propone una passeggiata in via Montenapoleone, tra le vetrine delle grandi firme: non è un’escursione estasiata per la sontuosa magnificenza delle boutique, ma infastidita per la sensazione intimidatoria che esse ispirano. Lo dice anche una ricerca di Bain & Company (commento di Khabibi: “e questi c’hanno fatto una ricerca? Se mi chiamavano glielo dicevo io in un pomeriggio, e con una tariffa oraria parecchio interessante!”.
Andreina (Street Fashion Fighter sarebbe un blog collettivo, ma al momento ha una sola voce) ci racconta della sua (giusta, a mio avviso) ira per il trattamento ricevuto dall’Alitalia, che le ha chiesto un prezzo esorbitante per cambiare un biglietto acquistato a prezzo scontato. Mossa dalla rabbia, ha avuto la pazienza di leggere tutte le clausole contrattuali scoprendo che si può avere un rimborso solo in “caso di morte di un passeggero o di un membro della famiglia”.
PubbliCity segnala la massiccia pubblicità dell’Adidas per la nuova scarpa intelligente. Quando l’ho vista, mi è venuta subito in mente una domanda: se la scarpa contiene dell’elettronica, allora richiede una batteria. Quanto dura la batteria? Ho mandato una mail all’Adidas, ma non ho ricevuto alcuna risposta. E ti pareva!
Finalmente Markettari ha postato due articoli sulle opportunità di connettersi alla Rete in movimento usando dispositivi portatili come cellulari o palmari e utilizzando diversi tipi di collegamento radio (Umts, Gprs, Wi-Fi…). Concordo: “Internet sta diventando una bolla nella quale siamo perennemente immersi”.
Rimane, infine, desolatamente vuoto Fashion Cousine. Peccato, da gourmet, mi piacerebbe leggere qualcosa di cucina alla moda. Forse loro pensano di non avere niente da dire che sia degno di attenzione: io invece penso che le esperienze raccontate in prima persona sono sempre interessanti.
Parlare di salute mentale, serenamente
Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo