Oggi mi occuperò dell’impatto dei weblog sui media tradizionali, della A-list e del potere dello strascico (long tail).
Occorre innanzitutto qualche precisazione sulla terminologia e sulle dimensioni che prendiamo in considerazione. Il grafico che segue mostra il grado di influenza e di autorità di siti e blog misurato in termini di link che tali siti e blog ricevono. Sottolineo che non si tratta delle pagine visitate o degli hit: Technorati considera infatti unicamente i link e li ritiene una misura approssimativa dell’attenzione e dell’autorevolezza del sito segnalato. Allo stesso tempo, è opportuno notare che la capacità di influenzare non è rappresentativa della veridicità di un sito: ad esempio, molte persone hanno fatto un link al sito The Drudge Report e questo significa che Matt Drudge ottiene molta attenzione, ma non necessariamente che dice la verità.
Il grafico precedente dà un’idea del crescente potere del weblog in confronto con i media tradizionali. I media più influenti nel web sono ancora siti come The New York Times, The Washington Post e Cnn. Parallelamente, molti blogger stanno ottenendo un livello crescente di attenzione e aumentano la loro influenza sugli utenti della Rete. Blog come bOing bOing e Istapundit sono molto influenti soprattutto tra gli opinion leader nel settore della tecnologia e della politica mentre Gizmodo sta diventando tanto rilevante quando Mtv.com. [Una precisazione sui conteggi: alcune organizzazione che hanno domini multipli o i cui contenuti sono distribuiti tramite altri siti come Associated Press e Reuters sono sottorappresentati in questo grafico poiché il loro impatto non facilmente quantificabile con le nostre metodologie.]
E’ interessante notare il posizionamento di siti i cui contenuti sono accessibili solo con sottoscrizione come il Wall Street Journal (Wsj.com): nonostante il giornale abbia iniziato a offrire anche dei contenuti gratuitamente, la policy dell’azienda le sta costando attenzione e capacità di influenzare nella blogosfera. I blogger, infatti, trovano difficile linkare gli articoli presenti nell’area a pagamento. E’ altrettanto interessante notare che sebbene il New York Times e il Washington Post richiedano una registrazione gratuita per poter leggere gli articoli, i blogger continuano a linkarli, anche incoraggiati dal fatto che siti come il New York Times hanno fatto in modo di far funzionare questi link anche quando i contenuti passano da una sezione gratuita a un archivio a pagamento.
Se guardiamo ai dati da una prospettiva storica, il grafico dell’ottobre del 2004 mostra una distribuzione simile a quella del grafico precedente: molti dei nomi di oggi sono gli stessi di ottobre e questo mostra che esiste una sorta di legge di potenza che regola l’attenzione dei lettori. Qualcuno potrebbe dedurre che si tratta di un fattore negativo in quanto implica una stratificazione della blogosfera. Tuttavia, io non credo che sia vero. Ad esempio, c’è un buon numero di nuovi nomi nella Top 100 di Technorati e questo mostra che anche le nuove voci possono farsi sentire.
Ad ogni modo, ciò che è più importante è il fenomeno dello strascico (long tail), che differenzia la blogosfera dai media tradizionali. Per dare un’occhiata da vicino a questa legge di potenza in azione, propongo di seguito due grafici che mostrano, rispettivamente, l’esistenza dello strascico e il potere delle conversazioni che si susseguono lungo lo strascico (si tratta di immagini flash, quindi potete cliccare con il pulsante destro per leggere i dettagli).
Il diagramma seguente mostra il totale delle attività di creazione di nuovi collegamenti, il che implica una conversazione, che prosegue lungo lo strascico. In altri termini, il fatto che esista una gruppo di blog molto popolare (la A-list) non sommerge l’enorme numero di conversazioni che vanno avanti tra piccoli gruppi di persone, come amici o blogger che si occupano di argomenti di nicchia. In questo senso, anche se l’influenza di un piccolo blog è minore di quella che può esercitare un blog della A-list, la diffusione del messaggio lungo lo strascico può essere maggiore di quella che riescono a raggiungere complessivamente i media tradizionali.
Questo fenomeno ha importanti implicazioni per chi si occupa di marketing e per i media. C’è un grande potere nelle conversazioni che ci circondano e queste conversazioni non si tengono necessariamente dove noi ce le aspettiamo. Le aziende che sfrutteranno i trend che emergono lungo lo strascico (incoraggiando le conversazioni dei consumatori, ascoltando e assimilando i commenti e le osservazioni o animando delle community) hanno davanti a loro grandi opportunità.
Questo post è stato scritto e pubblicato in inglese da David Sifry nel proprio blog all’indirizzo http://www.sifry.com/alerts/archives/000301.html. Ringrazio David per avermi concesso il permesso di tradurlo in italiano e pubblicarlo in questo sito.