Pubblico con piacere una replica di Florence Castiglioni al post in cui l’ho tirata in ballo in quanto responsabile del Centro di Documentazione e Informazione sul Tabacco per quindici anni.
Inopinatamente tirata in ballo da Nicola Mattina, ritengo giusto esprimere la mia opinione.
Non mi considerando persona immorale eppure non ho mai dovuto superare dilemmi etici nel mio lavoro per i produttori di sigarette. In più ritengo pretestuoso ironizzare sul fatto che io abbia tradotto un libro sull’etica. Che c’entra?.
Ho gestito per 15 anni il Centro di Documentazione e Informazione sul Tabacco (Cdit) il cui obiettivo non è mai stato di indurre qualcuno a fumare, né trasferire il messaggio che il fumo non fosse dannoso o che anzi facesse bene alla salute! Ogni nostra attività comunicativa (kit, calendari, libri bianchi e non, dossier etc) ha trasferito il messaggio che le relazioni tra fumatore e non fumatori dovessero essere regolati non per legge ma con cortesia e tolleranza tra le parti (e credo che ancora oggi, nella maggior parte di casi, un simile approccio sia assai più costruttivo della legge restrittiva entrata recentemente in vigore). Un altro messaggio forte era che la qualità dell’aria in un ambiente non dipende soltanto da chi ci fuma ma anche da come viene gestita la ventilazione ed il ricambio d’aria. Tutti i materiali prodotti dal Centro sono sempre stati firmati con un chiaro ed esplicito riferimento ai suoi membri (BAT, Philip Morris, Reynolds, Reemtsma e Rothmans): quindi il principio della trasparenza è stato sempre e comunque rispettato.
Potrei andare avanti per pagine e pagine, ma contro tanta ottusità non ne vale la pena.
Florence Castiglioni