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MIchele Morganti: corporate identity

Sedicesima puntata della seconda serie di Viaggio nella Rete in onda oggi, 15 marzo 2006, alle ore 14,30 su Isoradio (Fm 103,3):

Ben trovati con Viaggio nella rete. Nelle puntate scorse ci siamo occupati di vari aspetti della identità. Abbiamo parlato di come si può costruire un’identità virtuale, di come si può arricchire un’identità virtuale proiettandola nella rete, di come utilizziamo Internet per aderire e partecipare a gruppi sociali. In altri termini, finora abbiamo parlato di identità riferendoci alle persone. Oggi continueremo il nostro discorso parlando di aziende e abbiamo con noi Michele Morganti, docente all’Accademia di Comunicazione di Milano, ed esperto di immagine istituzionale e di graphic design.
Michele, nella tua attività hai costruito o rifinito molte identità aziendali e adesso insegni ai tuoi studenti come si fa. Se io fossi un tuo studente e ti chiedessi qual è il punto di partenza, cosa mi risponderesti?

Un’azienda è un’entità astratta a cui occorre dare un volto, un vestito, un tono di voce, e quindi un marchio, un colore, un modo di dire le cose. Ci ricordiamo delle persone che conosciamo grazie alla memoria che abbiamo dei loro tratti somatici, dei vestiti che portano, del timbro di voce. Dare identità a un’azienda significa potergli attribuire una personalità distinguibile, in modo che in tutte le occasioni di comunicazione e di relazione sia possibile riconoscerla in mezzo alle migliaia di realtà che magari operano nello stesso settore. Per rispondere alla tua domanda, il primo elemento che occorre studiare è proprio il marchio: un simbolo distintivo che sia originale e unico quanto il volto di una persona!

Facciamo un esempio. Da dove si parte per fare un logo?

Un bravo professionista inizia il suo progetto facendo un’intervista come quella che stai facendo tu a me! Deve entrare il più possibile in sintonia con gli obiettivi e le finalità dell’azienda, che alcuni chiamano Vision e Mission, deve sapere tutto. Ti sembrerà strano ma poi le prime idee arrivano proprio dalle parole: vocabolari alla mano, e perché no anche un buon motore di ricerca, si tenta di identificare quali siano tutti i possibili termini e definizioni che in qualche modo possono essere attinenti all’attività o al prodotto che si vuole comunicare.

Scusa se ti interrompo… Hai detto che per trovare lavorare su un nome si usa anche un motore di ricerca e oggi noi assistiamo, soprattutto nel settore dei servizi Internet, ad aziende che si inventano i nomi più stravaganti pur di trovare un dominio libero… Insomma, la Rete pone dei vincoli enormi all’identità di un’azienda a partire dalla scelta del nome…

Certo, hai ragione, in realtà è il nome azienda il primo punto di un’identità, e per individuarlo si mettono generalmente in campo i professionisti del Naming: si chiama così. Uno dei loro problemi più grandi è proprio quello di scegliere un nome che non sia solo originale, ma che abbia anche un indirizzo Internet libero, e non solo: che non ne abbia nemmeno di simili e magari già molto famosi. È per questo motivo che tanto le automobili, per fare un esempio, quanto le aziende, cercano sempre di più di inventarsi parole che abbiano suoni facilmente memorizzabili ma che non siano presenti ancora nei dizionari. E’ una ricerca questa che può essere molto lunga e complessa: ormai non basta più chiamarla con il cognome del proprietario o con un misto cacofonico del nome di tutti i prodotti abbreviati e uniti insieme! Come smaltcem…

Ascolta l’audio:

Parlare di salute mentale, serenamente

Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo