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Protesta contro Telecom Italia

Premessa: questo è una protesta contro Telecom Italia. Sto aprendo un ufficio e ho avuto la brillante idea di fare un abbonamento con mamma Telecom per la linea telefonica e l’adsl. La prima è stata attivata rapidamente e senza particolari problemi. Della seconda non c’è traccia alcuna. Ho chiamato almeno sei o sette volte il 191 per ascoltare la solita irritante musichetta, un po’ di informazioni commerciali e una serie di risposte di fantasia. Un operatore mi ha anche attaccato il telefono in faccia.

Fino a ieri il problema sembrava essere lo spedizioniere, che non consegnava il router e “senza il router di Telecom non è possibile usare il servizio perché adesso funziona con una smart card”. Mah! Chiedo ad alcuni amici che lavorano a Parco de’ Medici a Roma e mi dicono che non è vero: “non c’è alcun motivo per cui tu non possa usare Alice con un qualsiasi router”. Richiamo Telecom e richiedo ulteriori spiegazioni: per capire se l’operatore ti sta dicendo una balla basta andare nello specifico e io chiedo di indicarmi una Url con i dettagli tecnici. Ovviamente, l’operatore non sa rispondere.

Superato lo scoglio del router (che non mi è ancora arrivato nonostante abbia fornito i recapiti miei e della mia socia, i numeri di cellulare, la disponibilità ad andare a prendere l’oggetto a un magazzino) il problema cambia. Adesso, pare che ci sia un intoppo tecnico non meglio identificato per cui non è stato ancora possibile attivare il servizio. “La richiameremo entro 24/48 ore” è la risposta di rito per concludere la telefonata accompagnata da rassicurazioni più o meno fantasiose del tipo: “non si preoccupi, le ho alzato la priorità dell’intervento”.

Chi ha visto i call center anche dal lato dell’operatore, sa perfettamente come sono costruite le procedure e quali sono i limiti di sistemi di Crm. L’operatore non ha idea di quello che sta accadendo alla mia linea adsl (se lo sa, non si azzarda a dirlo) e non è in grado di risolvere il problema: non può fare altro che attivare una procedura di richiesta, che seguirà un tortuoso iter verso un altro reparto.

Quando ho richiesto l’attivazione, mi avevano assicurato che ci sarebbero voluti 30 giorni e mi sembrava già uno sproposito. Oggi siamo ben oltre quel limite e io pago l’affitto di un ufficio che di fatto non posso usare. Mi sta venendo voglia di chiedere il rimborso dell’affitto per il periodo di inattività: farò una verifica con l’avvocato.