Quando in televisione comincia la pubblicità , tolgo automaticamente l’audio: mi infastidisce molto il fatto che alzino il volume per attirare la mia attezione e ho quindi sviluppato un riflesso contrario. Ogni tanto, però, può capitare di non avere il telecomando a portata di mano…
Oggi mi è capitato di soffermare la mia attenzione sullo spot del dentifrico Colgate Time Control. Ci sono due aspetti che mi hanno incuriosito. Il primo è la testimonial, ossia una certa Laura Piattella (web designer). Avendo il computer sotto mano, ho cercato il nome su Google e l’unica referenza che ho trovato riguardava un’attrice conosciuta anche come Laura Patterson; sono riuscito a reperire una foto e mi sembra che corrisponda, però si tratta di uno scatto che ha almeno dieci anni e quindi ho qualche dubbio (nel frattempo potrebbe anche essere diventata una web designer):
Il secondo aspetto che mi ha colpito riguarda i test clinici che dimostrerebbero che “le gengive miglioreranno fino al 73% grazie all’uso di Colgate Time Control”. Come consumatore mi interessa sapere qualcosa di più: in fin dei conti di tratta di un risultato quasi miracoloso.
Come comunicatore sono scettico e, purtroppo, ho ragione di esserlo. Nel sito della Colgate non è possibile trovare traccia dello studio. Faccio qualche altra veloce ricerca e trovo un articolo di Channel 4: Can a toothpast ‘improve gums by up to 73 per cent? In sintesi, il giornalista dice che:
- Colgate si rifiuta di mostrare lo studio ma asserisce che è stato condotto su oltre 100 persone;
- gli specialisti interpellati sono assai scettici e affermano che difficilmente lo studio potrebbe essere considerato accettabile se non coinvolgesse centinaia di migliaia di persone;
- gli ingredienti usati non sembrano poter garantire i risultati reclamizzati, tanto che un periodontologo interpellato ha chiaramente detto: “la mia opinione scentifica e non condizionata è che è assolutamente irrealistico fare questa affermazione”.
- Colgate è già stata condannata dalla Asa (Advertising Standards Authority) per uno spot del Colgate Sensitive.
A questo punto non mi rimane che contattare direttamente l’azienda. Nel sito non c’è un esplicito riferimento all’ufficio stampa, ma Google mi aiuta per la terza volta. La comunicazione è affidata a Cantiere di Comunicazione e in particolare a Gea Gardini. Le scrivo una mail per chiedere delucidazioni, confidando in una risposta soddisfancente.
Technorati Tags: colgate, colgate time control, laura piattella, asa, cantiere di comunicazione, gea gardini,
4 Responses
Meno male che ci sono consumatori attenti come te che ancora si mettono a fare verifiche, ecc. 🙂 Personalmente, oltre ad aver sviluppato il riflesso contrario (mi metto il telecomando vicino apposta per “silenziare” il tutto, anche se ormai praticamente non guardo più la TV), inconsciamente credo di bollare come “cazzate” tutti questi proclami inverosimili, mi scivolano addosso.
Marketing Park amplia e approfondisce il ragionamento proposto in questo post: vale la pena di leggere http://marketingpark.blogspot.com/2006/10/cosa-ci-inventiamo-oggi-per-vendere.html
Nicola
http://www.takeoffartistmanagement.com/attrici1/piattella/laura_piattella.html
la vera Piattella credo sia questa, che è anche quella dello spot, ma che è diversa dalla foto del sito colgate (che ricorda invece la foto che hai messo tu nel blog).
MISTERO…
tral’altro sono arrivato su questo blog perchè anch’io ho fatto una ricerca dopo aver letto la frase in tv. io sono veramente un web designer, pura curiosità professionale!!!
ciao
Confermo una marea di cazzate ..
Preferisco le pubblicita’ che non le sparano cosi’ grosse.
IIIII
Ma vi siete mai chiesti quanto costa uno spot in prima serata ?