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Il mio RomeCamp

Arrivo al RomeCamp alle 10 e parcheggio proprio davanti all’ingresso. Sono arrivato troppo presto, penso, e infatti dentro c’è ancora poca gente. Gli organizzatori stanno creando il tabellone che ospiterà i post-it con i titoli degli interventi sul retro di un poster (magari ci si poteva pensare prima!). I partecipanti arrivano pian piano e la prima ora trascorre in saluti, baci, abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi e – alla fine – due passi per un caffè al bar vicino.

Nella sala principale del Linux Club si organizza il palco per le presentazioni e si sistemano le sedie. La seconda saletta, invece, è già predisposta per tenere delle conferenze, mentre la terza postazione è un’aula dotata di computer il cui utilizzo, inizialmente, non era previsto.

Il primo a salire sul palco della sala grande è Francesco Sullo che parla di aSSL. Francesco, oltre a programmare, è un cantautore e ha dimestichezza con palchi e microfoni: l’intervento è fluido e interessante. Ovviamente non manca un accenno a PassPack, di cui siamo co-fondatori 😉

Provo ad accendere il computer: la connessione wi-fi funziona perfettamente, ma non ho molta voglia di mettermi a scrivere, preferisco andare in giro a curiosare e a scambiare due chiacchiere con gli altri partecipanti. Continuo così, saltando da un intervento all’altro e mi soffermo in particolare du quello di Emanuele Quintarelli e di Simone Morgagni. Poi, con molto ritardo rispetto al calendario, tocca a me: ho scelto la saletta piccola perché mi sembra più adatta per l’argomento che ho deciso di trattare. Constato, con un po’ di stupore, che il mio intervento non produce alcuna domanda. Evidentemente ho sbagliato argomento: se la logica del BarCamp è quella di discutere insieme, io non sono stato capace di alimentare questa discussione. Non posso far altro che aspettare di rivedere i video registrati da Radio Radicale per capire meglio e fare tesoro per il futuro.

Dopo di me parla Robin Good. E’ sicuramente un personaggio con la sua mimetica e ha capito come si produce denaro con un blog: il suo gli frutta oltre duecentomila dollari l’anno. Ovviamente siamo tutti curiosi di saperne di più e lui è ben contento di raccontare la sua storia.

Sono le tre e ho fame, quindi mi riavvicino alla sala grande per vedere se c’è rimasto qualcosa: acchiappo un po’ di formaggio e qualche sottolio gentilmente offerti da San Lorenzo. Mentre sbocconcello faccio due chiacchiere con Amanda Lorenzani che alterna un pezzo di formaggio con un pocket coffee 😉

Comincio a essere stanco e l’unico altro intervento che riesco a seguire è quello di Roberto Galoppini sui modelli di business dell’open source: veramente molto bravo. Peccato che abbia scelto la terza saletta per parlare, perché non c’era la telecamera.

A questo punto non rimangono che i saluti e l’attesa che siano messi online tutti i materiali raccolti, perché voglio vedere gli interventi di Luca Conti, Lele Dainesi e Vittorio Pasteris. Più tutti gli altri che mi sono perso e che sicuramente valeva la pena di ascoltare.

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