Legacy Blog

Il mio MarCamp

Parto da Roma in macchia alle 9 di mattina: purtroppo non sono riuscito a condividere il viaggio, per cui mi aspettano tre ore di monotonia in autostrada. Il viaggio scorre inaspettatamente veloce e riesco ad arrivare in Ancona verso la mezza. Il MarCamp è in pieno svolgimento e, a una prima occhiata, sembra andare tutto molto bene: le tre aule, che la facoltà di economia e commercio ha messo a disposizione, sono piene e ci sono molte facce che non ho mai visto. Incontro anche un po’ di gente con cui ormai si sta consolidando una certa consuetudine: ci leggiamo e commentiamo in rete e ci vediamo di tanto in tanto a questi incontri. Ci sono Robin Good, Diego Bianchi (aka Zoro), Stefano Vitta (aka Aghenor), Antonio Sofi (aka Webgol), Antonio Tombolini (aka Simplicissimus), Tommaso Sorchiotti, e molti altri… Ovviamente non manca il pandemico Luca Conti, con la faccia sorniona e soddisfatta.

In men che non si dica si è fatta l’ora di pranzo: il cibo è offerto da San Lorenzo. Tutto molto, molto, buono. Il formaggio ubriaco che mi porge Tombolini mi conquista, così come i peperoncini sott’olio ripieni di tonno, il pesto e le acciughe. Se riuscissi a farmi promettere che non mi chiameranno mai, ma che si limiteranno ad attendere che io faccia un ordine, potrei prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di approvvigionarmi di generi alimentari per corrispondenza. Il mio problema è che non sopporto i televenditori che ti chiamano agli orari più improbabili.

Dopo le libagioni si ricomincia: Luca Conti propone un intervento su come scaricare le serie televisive americane usando le reti peer to peer. Non sapevo che fosse un appassionato del genere, ma vedo che snocciola titoli ed episodi con una certa dimestichezza e in aula non è il solo. E’ evidente che, per questa platea di pionieri, il video on demand è quasi scontato: nessuno di noi riesce a sincronizzarsi con i tempi dei media tradizionali.

Dopo Luca, tocca a me: vado a braccio e parlo di Cittadini digitali. Racconto perché mi sembra importante, quali sono i modelli che ispirano il progetto e a che punto siamo. Terminata la chiacchiera, lascio il posto all’oratore successivo, recupero la telecamera e mi accingo a fare un po’ di interviste ai partecipanti: tra qualche giorno spero di riuscire a trovare un po’ di tempo per curare l’editing video e produrre “Voci dal MarCamp”. Mentre riprendo, Robin Good coglie l’occasione per farmi una veloce lezione sui microfoni da utilizzare per il videoblogging: grazie, perché mi rendo conto che – almeno da questo punto di vista – la mia attrezzatura è ancora molto rudimentale. Così rudimentale che ho con me solo una batteria che si scarica mentre Vitta intervista Conti: la pausa mi permette di ascoltare un paio di interventi tra cui quello di Nicola Losito (aka Koolinus) su Flock (il browser che sto usando per scrivere questo post).

Si fa sera e proprio non posso fermarmi neanche per l’aperitivo, per cui saluto tutti e mi rimetto in macchina. Dopo altre tre ore di autostrada e una sosta durante la quale compro un Cd di James Brown, torno dalle mie donne alle dieci di sera, con la consapevolezza di avere un debito di punti moglie incolmabile. Ormai c’è un’unica soluzione possibile: la cancellazione del debito con un atto di magnanimità 😉

Valeva la pena fare sei ore di macchina per partecipare al MarCamp: un bravo agli organizzatori e ci vediamo a Bologna per il CitizenCamp.

Technorati tags: , , ,

Parlare di salute mentale, serenamente

Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo