Crimen sollicitationis: dinamiche virali

Sulla scorta dei commenti al post che proponeva alcune riflessioni sulla popolarità del documentario della Bbc sui crimini sessuali e il Vaticano, ho fatto alcuni approfondimenti sulle dinamiche di diffusione del meme (laddove per meme si intende “un’unità di informazione che è in grado di replicarsi da una mente o un supporto simbolico di memoria – per esempio un libro – ad un’altra mente o supporto”).
Il documentario della Bbc è andato in onda in Inghilterra nell’ottobre del 2006 e ha prodotto, almeno nella blogosfera italiana, pochissimi post di commento. Del crimen sollicitationis esistono alcune menzioni anche in precedenza, ma si tratta sicuramente di un argomento per pochi intimi.
Il 12 maggio si svolge il Family Day e Vauro produce la sua vignetta che abbina i preti alla pedofilia. Il 14 maggio, Libero News riprende e pubblica (Alibi bendetto per i pedofili) in home page un post del 4 maggio di Bispensiero, il sito che ha sottotitolato il video.

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Da qui, per quello che sono riuscito a vedere finora, parte la crescita delle citazioni nella blogosfera. la notizia arriva su alcuni siti che ne aumentano ulteriormente l’amplificazione, tra cui quello di Beppe Grillo e La Repubblica. Questa è la frequenza con cui appaiono i termini crimen+sollicitationis su Technorati dal 14 al 19 maggio 2007.

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In questo momento sto rivedendo Anno Zero su RaiSat Extra: finora, Santoro accenna al documentario in modo assai vago, parlando dei beni immobiliari del Vaticano, quindi non penso che abbia avuto un ruolo nell’amplificare la diffusione della notizia online. Vedremo cosa accade la prossima settimana: sono curioso di sapere se il meme riuscirà a replicarsi ancora oppure se verrà si perderà nel disinteresse.

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8 Responses

  1. Leonora,
    certo potrebbe essere tutto falso o interpretato in modo non corretto. Purtroppo non giova il fatto che il testo del crimen sollicitationis sia in latino e che – a quanto ne so io – al momento non esiste una traduzione italiana che permetta di discutere alla pari con chi cita brani del documento. Non essendo un esperto di diritto (e men che meno di diritto canonico), l’unica cosa che possa fare è decidere o meno di fidarmi dell’autorevolezza della Bbc.
    Ad ogni modo, in questo post non mi sono tanto occupato del merito della questione, ma delle dinamiche virali, anche se oggi questa discussione è in qualche modo superata dal fatto che il video non è più disponibile né su Google Video né su YouTube.
    Non credo, comunque, che l’appello che segnali nel link sia corretto: se il documentario contiene delle notizie false allora si portano gli argomenti per dimostrare gli errori, non si chiede di non trasmettere il video.
    A presto… Nicola

  2. Caro Nicola,

    capisco che come “voce della blogosfera” il tuo interesse nei confronti di questa notizia sia rivolto quasi più alla sua divulgazione
    che alla sua veridicità. In effetti è molto interessante capire come le notizie e le opinioni nascano, si sviluppino e muoiano sul web.
    Certamente è interessante osservare le reazioni della blogosfera, ma nel caso di questioni così cruciali è secondo me molto più interessante, anzi fondamentale, cercare anzitutto di andare al fondo della veridicità della questione.
    E’ bello che la gente si informa, parli, discuta e cresca. Ma se la tesi sostenuta e presentata come vera, anche da una fonte ufficiale come la BBC, fosse falsa e azzardata o esagerata? Forse è proprio per questo che i video sono stati tolti da Google Video e da Youtube… Secondo me più una notizia è scandalistica e più riesce ad essere divulgata sul web. E la veridicità si perde per strada..
    Di solito è il tempo che chiarisce i dubbi. Chissà che anche per la blogsfera non sia così…
    Staremo a vedere 😉
    Ciao!

  3. I video sono stati eliminati da YouTube per banali motivi di copyright: dal momento che i diritti del video sono stati oggetto di compravendita, è più che normale che chi acquista chieda la rimozione del video per violazione del diritto d’autore. Se tutti lo possono vedere gratuitamente senza passare per la televisione, che senso ha spendere dei soldi per aggiuricarsi l’esclusiva?
    Ciao… Nicola