Il 31 marzo 2007 si è svolto a Milano il primo incontro pubblico di Ritalia, un progetto collaborativo nato in reazione alla messa on line del, brutto e costoso, sito voluto dal Governo per promuovere l’Italia. In quell’occasione, David Orban, uno dei promotori dell’iniziativa, ha tenuto un intervento che si è svolto contemporaneamente sia nell’aula della Bicocca dove si trovava materialmente che nel mondo virtuale di Second Life.
Durante una piacevole chiacchierata, partendo dalla promozione territoriale, siamo arrivati a immaginare quale sarà il linguaggio che parleranno gli abitanti dei metaversi e di come torneremo a raccontarci storie attorno al fuoco.
Ribadisco l’invito che faccio di solito: se vi piace il mio video, potete fare l’embed nel vostro blog andanto in questa pagina di Google Video o in quest’altra pagina di Vimeo e prelevando il codice da copiare e incollare nel post. Non dimenticate di segnalarmelo, altrimenti non vi posso ringraziare 🙂
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3 Responses
L’intervento di David è prezioso ma ci sono ancora alcune cose su SL che non mi convincono: devo ragionarci e rifletterci sopra, specie sul concetto della “tridimensionalità ” dei contenuti.
Non o capito il senso e il “verso” dell’intervento.
Si è partiti da un punto “solido” e reale per arrivare a un concetto onirico di un mondo virtuale.
Posso comprendere la sperimentazione ma questo tipo di approccio è quello che rende la tecnologia distaccata da una fetta di utenti “not strong user”.
Se il concetto è la socialità e la democrazia del net, mio padre di 63 anni, che usa internet, come può accedere a SL quando:
– ha una curva di apprendimento non banale;
– non è concettualmente facile da interpretare;
– non ha una modalità di interazione intuitiva;
– ha un approccio vago e altrettanto modo viene “sviluppato”.
In buona sostanza, se continuiamo a essere fumosi i tempi di penetrazione di queste tecnologie possono essere decennali. E’ quello che vogliamo?
Da un personaggio del genere, onestamente, mi attendevo di +
Flavio, hai sicuramente ragione quanto dici che SL ha una curva di apprendimento ripida e non è facile da usare e interpretare. Il 3d non riguarda la generazione dei nostri genitori, ma probabilmente non riguarda neanche la nostra di generazione. D’altro canto il 3d ha – almeno per adesso – un campo di applicazione estremamente limitato: SL è un esperimento interessante, ma siamo ancora al livello dell’imitazione di quello che conosciamo e molto lontani dall’invenzione di un linguaggio nuovo.
Anche quello che prefigura David Orban non è certo un’idea originale: di storie che si ramificano si parla da tempo e di costruzione sociale della narrazione anche.
Ciononostante, trovo che la chiacchierata sia stata piacevole e interessante 🙂