Finora non ho mai avuto bisogno di servizi bancari che non fossero il deposito di soldi miei su un conto corrente, prestazione che le banche italiane fanno pagare come se si trattasse di una cortesia.
Ho avviamo la mia attività professionale facendo affidamento unicamente sulle mie capacità economiche. In due anni ho dimostrato di riuscire a crescere in modo consistente, tanto da poter avviare un’attività imprenditoriale che si rivolge ad aziende di grandi dimensioni e pubbliche amministrazioni centrali.
Anche non avendone bisogno in questo momento, ho deciso di richiedere un servizio che prima o poi mi servirà: un anticipo fatture per il 20% del mio fatturato. L’ho chiesto alla mia banca, il Banco di Sicilia, di cui cui sono correntista da oltre dieci anni con una storia impeccabile. La nuova direttrice, una signora trasandata e con la mano sudaticcia, mi ha risposto che non sapeva se poteva concedermelo perché l’azienda è nuova e lei non aveva nessuna autonomia in merito. Allora l’ho chiesto ad altre due banche: ho cercato degli interlocutori a cui potessi essere presentato da qualcuno che testimoniasse la mia affidabilità, ho avuto un approccio franco e aperto, ho descritto il mio business, i miei clienti e le prospettive commerciali senza millantare credito.
Belle discussioni e bei colloqui: tanti complimenti e una grande apertura… fino a quando non si arriva a parlare delle condizioni contrattuali. Dopo aver discusso di tassi e altre amenità, tutti aggiungono una postilla: poi avremmo bisogno della dichiarazione dei redditi di tutti i soci e di una fidejussione da parte di quelli che hanno degli immobili… sa com’è voi siete un’azienda giovane, “non c’è un fatturato che parla da solo”.
A me sembra un discorso imbecille, anche perché non sto chiedendo un prestito per intraprendere una nuova attività o sto proponendo di entrare nel capitale di rischio: sto chiedendo un anticipo fatture che ho emesso a fronte di ordini. Lo trovo irritante, perché vuol dire che – nonostante i miei sforzi – non sono riuscito a risultare credibile e affidabile. Allora mi chiedo: ma che devo fare di più? Come faccio a fidarmi di una banca che non mi concede un minimo di credito neanche quando tengo il conto corrente in attivo? Come faccio a sapere che direttore di turno non mi mollerà se effettivamente dovessi avere bisogno di un supporto finanziario in futuro?
Forse dovrei presentare un progetto per scalare una compagnia telefonica con soldi non miei e senza alcuna garanzia con l’obiettivo di smantellarla, metterla sul lastrico e poi venderla a un’altra banca. Forse, in questo caso, mi concederebbero del credito 🙂
Secondo voi dove sbaglio?
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