Legacy Blog

Corporate social responsability: bufale?

I due giovani studenti del progetto BlogLab che mi sono toccati in sorte non scrivono tanto, ma leggo sempre delle cose interessanti. Per esempio, Farfalla Spietata tocca un punto interessante legato alla corporate social responsability di Apple. L’azienda, che in questi giorni sta avendo un grande successo con il suo cellulare da titillare, non brilla per ecologismo: anzi secondo Greenpeace merita una bella insufficienza. Eppure, la meletta si sta dando da fare e – come era prevedibile – nel suo sito ha messo su anche una bella sezione dedicata all’ambiente.
Farfalla Spietata fa notare che c’è un’incongruenza tra i dati pubblicati oggi nel sito americano e quelli che si trovano memorizzati nell’Internet Archive (leggete il suo post per avere tutti i link: la Apple delude…). E non solo: anche nell’attuale versione ci sono delle discrepanze perché nella pagina principale della sezione dedicata all’ambiente si parla di 34 milioni di libbre, mentre in quella specifica dedicata al riciclaggio la cifra scende a 21 milioni di libbre. Ops!
Questa porzione di immagine è tratta dalla pagine principale dedicata all’ambiente:
apple_recycling_01.gif

Questa invece da quella dedicata al riciclaggio:
apple_recycling_02.gif

Però non dobbiamo dimenticare che l’inquinamento è questione globale, quindi anche le politiche di difesa dell’ambiente dovrebbero esserlo. Come si comporta il sito italiano di Apple in merito? Com’era prevedibile, i relatori pubblici italiani hanno ridotto i testi americani e convertito i dati in eccesso per cui 21 milioni di libbre diventa 9500 tonnellate invece di 9.450.
Insomma, l’impressione è che Apple stia dando un po’ i numeri: potrebbe esserci scritto qualsiasi cosa e anche il suo contrario. Ma quando si parla di Csr è un’abitudine abbastanza diffusa, perché per lo più la responsabilità sociale delle imprese è una palla inventata da chi si occupa di comunicazione. Per esempio, qualche tempo fa ho perso un po’ di tempo a capire l’atteggiamento di Disney nei confronti dello sfruttamento del lavoro minorile: trovate il risultato nel mio blog inglese (Disney: the “devil” is in the tech-detail…). Tante chiacchiere per dire che Disney opera legalmente: peccato che la legalità e l’etica siano due cose diverse. Lo sa bene il produttore di giocattoli che è una delle tante aziende che usano i bambini nel terzo mondo per produrre cose per i bambini nel primo mondo: tant’è vero che ha pubblicato tutti i documenti che riguardano questo argomento non come pagine web, ma come immagini in modo che non potessero essere indicizzati dai motori di ricerca.

Technorati technorati tags: , , , , , , , ,