Ci vogliono quattro ore e mezza per arrivare da Roma a Piacenza: la giornata è piacevolmente calda e il cielo è limpido. A piazza dei cavalli, sotto uno scenografico porticato, i volontari del comitato accolgono i partecipanti per la due giorni che segna la partenza della campagna elettorale di Enrico Letta. Telecamera e cavalletto in mano, inizio a fare qualche ripresa: sono curioso, perché sono tantissimi anni che non partecipo più a un evento politico. Quelli che mi ricordo risalgono alla fine degli anni ottanta, forse un congresso del partito socialista.
Il centro di Piacenza è bello, pulito e ordinato: molto lontano dal caos disordinato di Roma. Uolter non è stato un buon sindaco: la qualità della vita nel mio quartiere è decisamente diminuita negli ultimi dieci anni. Uolter preferisce scrivere romanzi e organizzare feste: non che si tratti di cose di poca importanza, ma a me piacerebbe che a Villa Pamphili ci fossero dei giochi per le mie bambine e invece c’è solo uno scivolo rotto e due altalene sgangherate.
Ma torniamo a Piacenza: alle quattro iniziano i forum e io scelgo di partecipare a quello sulla libertà. Ha ragione Letta quando dice che ci si dovrebbe riappropriare di questa parola a sinistra, basti pensare alla tradizione del socialismo liberale. Alle sei si chiudono i lavori del forum e il teatro si prepara ad accogliere la presentazione del libro (ormai per candidarsi bisogna scrivere almeno un pamphlet): In questo momento sta nascendo un bambino.
Confesso che inizialmente non avevo molto capito questa storia della natalità, ma mentre Letta, Soru e Bersani ne parlavano l’argomento mi è diventato più chiaro. Se ho capito bene: un paese che cresce e che evolve è necessariamente un paese che fa figli e invece in Italia di neonati ne nascono pochissimi; fare politica pensando ai bambini che nascono oggi, ci aiuta ad abbandonare una visione troppo striminzita della politica.
Sarà che Beatrice ha poco più di due anni e Ludovica poco più di due mesi, ma l’approccio mi sembra assai condivisibile. La discussione è gradevole e interessante. Forse sono io che frequento poco la politica in questi ultimi tempi, ma quello che ho sentito stasera mi è sembrato di taglio diverso rispetto al solito: non mi ha fatto l’effetto deja-vu di una puntata di Porta a Porta.
Alla fine mi sembra un po’ strano di essere d’accordo con un cattolico. Vediamo come andrà domani 🙂
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