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Banche e clienti: poca trasparenza

Non amo le banche: tutte quelle di cui sono stato correntista mi hanno fornito un basso livello di servizio, non mi hanno mai fatto guadagnare alcuna apprezzabile cifra e mi hanno riempito di costi nascosti. Paradossalmente, la banca di cui ho maggiore considerazione è Banco Posta, ma non è un vero e proprio istituto di credito. Sarà forse per il fatto che dalle Poste non ci si aspetta un granché, che alla fine un servizio svolto in modo anche un po’ naive diventa apprezzabile per la sua umanità: se dall’impiegato medio dell’ufficio postale non mi aspetto grandi prestazioni, allo stesso tempo non devo temere grandi fregature.
Oggi è estremamente difficile confrontare le offerte dei singoli istituti di credito e non è di fatto possibile cambiare conto corrente senza doversi sobbarcare il disagio di trasferire prima bollette, carte di credito e altro. Senza contare la frenesia da fusioni e acquisizioni, per cui da un momento all’altro ti puoi ritrovare ad essere correntista di una banca di cui non avresti mai e poi mai desiderato di diventare cliente.
Detto ciò, mi sembra interessante l’iniziativa della Commissione e del Parlamento europei a cui sta lavorando Gianni Pittella, che è stato incaricato di preparare una risoluzione sul tema del rapporto tra banche e clienti.

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