Democrazia e informazione

Il primo post dell’anno lo dedico alla democrazia. Stanotte ho ripreso in mano il libro di Giuseppe Granieri (Blog generation) alla ricerca di una citazione per una cosa che sto scrivendo e mi è capitato sotto gli occhi questo bel passaggio (pagina 14 e seguenti) che condivido:

L’efficacia della democrazia è sempre proporzionale alla sua capacità di gestire informazioni. Sebbene non vi sia un nesso chiaro di causa ed effetto, trovo sintomatico che la democrazia ateniese, nel V secolo a.C., abbia trovato il suo punto di maggiore splendore proprio mentre si realizzata la prima rivoluzione mediatica. Fu proprio in quel periodo che la scrittura, inventata secoli prima, cominciò a diffondersi. Il fondo le leggi, per essere “condivise” dovevano essere scritte ed essere trasparenti. Anche la credibilità politica passava per la “trasparenza” e la trasparenza – come il “controllo” (altro diritto democratico) – passa attraverso l’informazione. Lo stesso Tucitide racconta che Pericle aveva fondato l’autorità politica sulla sua “trasparente incorruttibilità”.
La complessità, che si traduce sempre in un problema di gestione delle informazioni, è il primo nemico della democrazia. Già nella Grecia antica, diventa l’argomento principale su cui si appoggiano le posizioni antidemocratiche, a partire dall’anonimo oligarca autore della Costituzione degli ateniesi in poi. Il governo della “moltitudine” appariva disordinato e caotico. Venivano invocati principi di efficacia che passavano attraverso canoni di “semplicità”.
Era l’information overload degli antichi: troppe opinioni, troppi punti di vista, troppe informazioni da considerare.
Chiaramente le cose erano destinate a peggiorare. Nelle città greche tutti erano in qualche modo coinvolti nelle attività produttive e potevano riunirsi per discuterne. Con il passaggio dalla polis alle repubbliche, con la crescita dei numeri e degli spazi da gestire, l’assemblea non era più praticabile. La complessità sembrava impossibile da governare e la migliore soluzione individuata è la nostra attuale democrazia rappresentativa, nelle diverse forme e con i diversi equilibri che assume da paese a paese. Tuttavia, ovunque, alcune persone sono delegate per conto dei cittadini, che però – come dicevamo – hanno uno scarso potere di controllo (ciò che arriva loro tramite i media) e un conseguentemente relativo potere di intervento: possono influire solo a posteriori con il voto, e solo in base alle informazioni disponibili per giudicare. E, naturalmente, non partecipano alle discussioni.
Per anni abbiamo ritenuto che questo stato di cose non fosse modificabile, sebbene si siano a lungo cercate soluzioni. […] Oggi questi strumenti esistono e stanno crescendo.

Technorati tags: , , , , , ,