Dichiarazione di voto

Oggi il Corriere della Sera pubblica un interessante articolo di Giovanni Sartori (Voto di sfiducia costruittivo) che offre un’alternativa a chi avrebbe deciso di asternersi oppure non riesce a prendere una decisione. Dice il professore che votando un partito alla Camera e un partito al Senato, la somma del voto sarebbe di fatto zero, ma il vantaggio sarebbe aver comunque esercitato il proprio diritto di voto. E questa è una possibile risposta al senso di disagio del cittadino di fronte al prossimo week end.
Un’altra interessante strategia è quella dell’elettore marginale suggerita da Robert Castrucci, che sostiene che anche con questa legge elettorale si può esprimere la preferenza: basta concentrare la propria attenzione sui candidati che potrebbero essere o non essere eletti. Per costoro un voto in più diventa determinante e quindi corrisponde a esprimere una preferenza. Come sapere qual è il candidato per cui state per esprimere la vostra preferenza? Robert ha elaborato un complesso foglio excel che permette di capire più o meno quanti candidati potrebbero essere eletti nel vostro collegio (Ecco chi manderemo a Montecitorio con i nostri voti: fuori i nomi): ci vuole solo un po’ di buona volontà.
Io sono un pigro e adotto uno schema molto più semplice: parto dal presupposto di votare per uno dei partiti maggiori, quindi la scelta si limita al Partito democratico e al Popolo delle libertà. Piuttosto che votare per Berlusconi mi farei tagliare una mano e quindi mi rimane il Partito democratico o, in ultima istanza, l’Italia dei valori. Confesso di non essere particolarmente convinto né dell’uno né dell’altro: ancora una volta “voterò contro” invece che “votare a favore”. Sicuramente non sono contento di far eleggere la Marianna Madia, perché un candaditato per Partito democratico che dichiara di essere completamente d’accordo con le analisi e le soluzioni di Tremonti tanto sveglio non può essere! Mi piacerebbe che il risultato elettorale permetta di arrivare fino al diciannovesimo candidato, perché si tratta di Amedeo Piva, che è una persona che conosco e che mi piace. Ma ho i miei dubbi.
Al Senato, la situazione è sicuramente migliore, almeno per i primi due nomi (Franco Marini e Anna Finocchiaro). Peccato che al quarto posto ci sia Luigi Zanda, che non mi piace per un motivo molto semplice: nel 1999 sono stato dipendente per un breve periodo dell’Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo che lui amministrava e non posso certo dire che dirigesse un ente utile o che abbia speso bene i soldi pubblici. Anzi!
Vorrei poter esprimere una cazzo di preferenza, maledizione. Vorrei poter dire: questo lo voglio e questo mi fa schifo. Invece insieme al voto a gente meritevole, mi tocca eleggere gente che non mi piace o che non stimo.
A Roma si vota anche per la provincia: darò la mia preferenza a Nicola Zingaretti. L’ho già votato alle europee e mi sembra una persona meritevole, senza considerare che ha promesso il wi-fi in tutta la provincia 😉
Al comune la scelta è tra correre e scappare, ma mi tocca Rutelli: anche in questo caso voto contro Alemanno più che a favore del candidato del centro sinistra.
E, infine, il municipio: ci sarebbe il presidente uscente che si chiama Fabio Bellini, ma mi rifiuto di votarlo per due motivi: il primo è che il sedicesimo municipio è amministrato con il culo (e scusate il francesismo), il secondo è che il signore non gode certo di grande reputazione per quanto riguara la trasparenza. Di conseguenza annullerò la scheda.

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