Pensieri civili #4

Io ho una piccola azienda e qualche collaboratore: lavoro per produrre il mio reddito e quello delle persone che lavorano con me o per me. Pago ogni anno una quantità tasse che mi sembra esorbitante e non ho trovato una sola banca che sia disposta a farmi credito per un anticipo fatture. La condizione per sopravvivere come imprenditore è produrre ricchezza cercando di farmi pagare prima di andare in rosso sul conto corrente.
Perché ve lo dico? Per il semplice motivo che ogni volta che sento una notizia su Alitalia mi girano le palle vorticosamente. Mi girano nella consapevolezza che parte delle tasse che io pago non servono per sostenere la cosa comune, ma per mantenere in piedi una società che avrebbe dovuto fallire anni fa. Una società inefficiente piena di parassiti sindacalizzati che sanno dire sempre e solo no. Un’azienda tenuta insieme a forza di sovvenzioni pubbliche, concesse per tutelare la sua italianità. Beh, io da cittadino italiano dico che non mi interessa essere azionista di una società del genere: non me ne frega niente di volare sulla compagnia di bandiera, voglio essere trasportato da un vettore efficiente, sicuro e che pratichi delle tariffe ragionevoli.
Scusate lo sfogo 😉

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8 Responses

  1. Siamo in due. Nel 1985, dopo un lussurioso volo Londra-Madrid su Iberia – champagne, tovaglia, filetto, rioja e lepanto – chiesi com’era possibile che una compagnia aerea potesse avere un servizio da mille e una notte su una tratta e dei carri bestiame su un’altra (Madrid-Milano). La risposta fu questa: “è una questione di concorrenza: da una parte British Airways, dall’altra Alitalia”. Il fallimento era doveroso all’epoca, figuriamoci oggi.

  2. La penso esattamente così! Peraltro a mio parere si dovrebbero finanziare investimenti per portare internet in tutta Italia sia fisicamente sia culturalmente piuttosto che su cosi volanti che spostano atomi inquinando.

  3. Quoto in pieno.

    Mi fanno ridere le dichiarazioni del personale di volo che, a fronte del piano di ristrutturazione che prevede, fra l’altr0, la riduzione delle rotte internazionali, si lamentano che così “si fa un favore a Air France e Lufthansa”.

    Ma cosa volete che me ne freghi se “regaliamo” quote di mercato ai francesi e tedeschi???

    Le imprese in passivo chiudono. Basta.

  4. Confesso di non aver ancora riempito decentemente di contenuti e informazioni l’idea di cosa possa o debba essere un servizio aeromobile nazionale. Però le valutazioni così veloci e immediate (e liquidatorie) mi lasciano perplesso. Sono perplesso per come questo governo abbia dichiarato di aver risolto il problema, o quantomeno avviato a soluzione. Così come resto altrettanto perplesso difronte a “generiche” condivisioni circa l’affossamento, sic et simpliciter, di un’azienda con migliaia di lavoratori.
    Non volevo prendere spunto proprio da questo post, sia chiaro, capisco bene che la misura è colma; ma la rete e piena di idee similari.
    Insomma io resto con il dubbio….

  5. Non capisco perchè lo chiami sfogo?
    Direi che stiamo parlando di fatti, ma senza cadere nel “Grillismo” mi chiedo se devo pagare per gli errori di qualcuno e “salvare” una società consapevolmente affondata, chi paga per i suoi errori?

    Lo scandalo “non è” i prestiti ponte o le sovvenzioni indirette ma il fatto che nessuno viene crocefisso per le sue azioni!!!!!! Un dirigente di una azienda privata salta in aria se sbaglia in quella pubblica??? A volte si ritrova AD di un’altra sociteà.

  6. a me la cosa che fa pensare, conoscendo SOLO persone che la pensano come te (e me), è: perchè il progetto non fa calare la popolarità di chi lo propone?
    siamo solo una sparuta minoranza di gente snob che pensa, o cosa? Al resto degli italiani non frega nulla?
    Ecco, mi deprime questo.

  7. Nicola, ti capisco.
    Io ho fatto il piccolo imprenditore diversi anni fa ma ho capito tante piccole cose di quel mondo che mi hanno depresso.
    Prima fra tutte che la maggior parte dei grandi imprenditori italiani non fa “IMPRESA”, fa solo speculazione finanziaria.
    Questa classe di “opportunisti” usa tutti i loschi sistemi politici per trarre vantaggio che, poi, non porta a beneficio del sistema.
    Si parla di malapolitica, di corruzione, ecc. Ma io penso che il vero male del nostro paese sia una classe imprenditoriale furbissima, non “furbetta” e una classe politica asservita e connivente.
    Per il futuro, da piccolo imprenditore dovrai continuare a combattere con “castelletti” e “recupero crediti” contando, spero, sull’amicizia di un funzionario di banca che avrà il buon cuore di non lasciarti in brache di tela. Loro, invece, questi problemi non ce li hanno.
    Fanno i controllori e i controllati e determinano il prezzo dell’operazione che dovranno affrontare, computando a priori anche il prezzo tutti noi cittadini pagheremo in tasse per il loro, ennesimo, profitto individuale.
    Che desolazione di valori.