Pensieri civili #5

Riporto dal Corriere della Sera le ultime dichiarazioni di Berlusconi in merito alla riforma della legge elettorale per le europee:

«Voglio che in Europa ci vada gente altamente qualificata e che in tutte le ventitrè Commissioni ci siano professionisti di ciascuna materia. Solo scegliendo noi chi va in lista saremo sicuri di avere una rappresentanza capace di difendere gli interessi italiani». Berlusconi, di contro, ha spiegato che «con le preferenze sarebbe eletto chi è più capace a farsi promozione e si tornerebbe inoltre al finanziamento della politica, che è esattamente il contrario di quanto chiedono gli italiani che vogliono una politica limpida, pulita e trasparente. Con le preferenze – ha concluso – si tornerebbe alla stagione precedente». (Corriere della Sera)

Da un punto strettamente logico, l’argomentazione del premier non sta in piedi. Se l’obiettivo è avere deputati di qualità, è sufficiente mettere in lista gente di qualità: devono essere gli elettori a scegliere chi considerano più idoneo a rappresentarli, non i leader dei partiti politici. E’ proprio in questo che consiste l’esercizio del diritto di voto, che è il meccanismo che sta alla base di una democrazia: l’unico momento in cui il cittadino esercita il proprio potere.
Sono i politici più convincenti (e non entro nel merito del perché) che vengono eletti: si sottopongono al giudizio degli elettori e ottengono un verdetto. Però, diventare rappresentanti del popolo non è (non dovrebbe essere) come ricevere una cambiale in bianco. Diventare presidente del consiglio, seppure con un maggioranza molto ampia, non dovrebbe significare che da quel momento in poi si può decidere tutto per tutti.
Berlusconi non è certamente un individuo con attitudini democratiche: gli imprenditori non lo sono quasi mai perché le aziende sono strutture oligarchiche o monarchiche. La cosa triste, dal mio modestissimo punto di vista, è che la maggioranza della popolazione italiana ritenga che questo sia accettabile o, addirittura, auspicabile.
Non credo che ci avviamo verso il fascismo perché le condizioni sociali sono molto diverse da quelle di settanta anni fa e noi non “sostituiremmo” un re con un duce. Però, vi confesso che mi sento molto a disagio per le parole di Berlusconi.

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One Response

  1. Io sono più a disagio. Sono preoccupata, perchè trovarmi in mano una scheda elettorale dopo posso solo scegliere se voglio bianco o nero mi rimanda a certi regimi (fascisti e comunisti) in cui le dinamiche erano analoghe. E non posso fare a meno di usare la parola regime.
    Eliminare le preferenze non rende certo la politica più pulita, trasperente e limpida. La rende più facile per chi decide. E vuoi mettere? Chi non vorebbe rendersi la vita più comoda? Queste modalità mi ricordano i racconti di mia nonna, che confessava candidamente di chiedere al prete del paese la persona che da votare. Mutatis mutandis, situazione storica, sociale e culturale, il risultato, ahimè, temo non cambi.